Sull’auto valigetta con 15 km di nichel. Valore stimato: un milione e mezzo

Ponte Chiasso I finanzieri hanno denunciato un italiano e uno svizzero per contrabbando. Il metallo, finissimo, utilizzato per industria di alta tecnologia. La Procura farà una perizia

Un normalissimo controllo in dogana potrebbe aver consentito ai finanzieri di Ponte Chiasso di mettere le mani su una valigetta il cui valore potrebbe superare il milione e mezzo di euro. Le fiamme gialle hanno denunciato, alla Procura di Como, due uomini - un cittadino svizzero e un italiano - con l’accusa di contrabbando. Sull’auto nella quale viaggiavano, infatti, i finanzieri hanno trovato quello che all’apparenza sembra essere nichel finissimo, di quelli utilizzati nell’industria di altissima tecnologia da quella aerospaziale alla militare.

Il sequestro risale ai giorni scorsi. L’auto entrava in Italia dal valico comasco quando è stata sottoposta a un controllo casuale da parte dei militari del gruppo di Ponte Chiasso della Guardia di finanza. I due passeggeri hanno detto di non aver nulla da dichiarare, ma i finanzieri hanno notato nel bagagliaio una valigetta. E hanno chiesto di aprirla. All’interno due bobine di un cavo finissimo - tanto per rendere l’idea è come avesse lo spessore dei capelli - dentro un contenitore con la scritta “Nichel 99,83%”. Il cui valore potrebbe raggiungere cifre da capogiro. Basti dire che nella valigetta c’era qualcosa come 15mila metri di cavo per un valore potenziale - sempre che si confermi la purezza del nichel trovato - che potrebbe superare il milione e mezzo di euro.

I due uomini non hanno voluto dire nulla sulla proprietà del materiale né sulla sua provenienza e neppure sulla destinazione. I finanzieri hanno così provveduto al sequestro della merce e, almeno stando a quanto accertato sulla base della documentazione al seguito della valigetta, denunciato i due con l’accusa di contrabbando.Spetterà ora alla Procura di Como - la convalida del sequestro è stata formalizzata dal pubblico ministero Simone Pizzotti - disporre una perizia sulle due bobine di metallo rinvenute nell’auto per accertare se si tratti effettivamente di ciò che sembra e, quindi, che parliamo di un valore pari a quello di mercato, ovvero complessivamente 1,5 milioni di euro.

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