Tangenziale monca: «Opera prioritaria
dobbiamo finirla»

Viabilità Ieri la riunione del tavolo della competitività. Tutti d’accordo: «Ripartiamo dal progetto definitivo»

Il territorio riprova a schiacciare sull’acceleratore e a fare quadrato per chiedere a Roma e Milano di arrivare al completamento della tangenziale. Dal 2015, da quando cioè è stato aperto il tratto di 2,4 chilometri dalla A9 fino ad Albate, la situazione si è cristallizzata e la strada è a tutt’oggi un’incompiuta.

Il vertice

Ieri si è riunito il Tavolo della competitività (erano presenti oltre ai rappresentanti delle categorie economiche il prefetto Andrea Polichetti, il sindaco di Como Alessandro Rapinese, il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca, l’assessore regionale Alessandro Fermi e i consiglieri Sergio Gaddi, Anna Dotti, Marisa Cesana e Angelo Orsenigo) e ha confermato «come priorità del territorio comasco il completamento del secondo lotto della tangenziale di Como. Tale intervento prevede il rafforzamento dei collegamenti est-ovest dell’area lariana, migliorando l’intera viabilità provinciale con conseguenti benefici per residenti e lavoratori, anche con riferimento al collegamento con il Triangolo Lariano, con la provincia di Lecco, con la Svizzera».

Il tavolo, nel documento sottoscritto al termine dell’incontro «dà mandato alla Camera di Commercio di Como - Lecco, al Comune di Como ed alla Provincia di Como di richiedere un incontro presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, al fine di manifestare le esigenze del territorio comasco ed individuare il percorso per dare attuazione all’intervento» e chiede «che i rappresentanti politici nazionali e regionali si facciano parte diligente per sostenere le richieste del territorio nelle competenti sedi istituzionali».

Tutti d’accordo sulla necessità di arrivare alla conclusione dell’opera, durante l’incontro è anche emersa la necessità di ripartire dal progetto definitivo anziché avventurarsi sulla strada di tracciati alternativi (meno costosi, ma su cui non c’è condivisione e il dettaglio progettuale è minimo) che farebbero allungare ulteriormente i tempi. Per realizzare il progetto già approvato nel 2009 (per il quale l’allora governatore Roberto Formigoni chiese il «differimento» perché troppo caro, andando di fatto a bloccarne la prosecuzione) servirebbe poco meno di un miliardo di euro.

Il sindaco Rapinese, da sempre favorevole al completamento della strada ribadisce: «Non sto chiedendo il secondo lotto, ma di finire l’opera perché così com’è serve a poco o niente. Non sono un ingegnere e quindi non mi permetto di sindacare il progetto, ma per il territorio finirla è una priorità».

L’assessore Fermi precisa che «l’obiettivo del territorio in questi 5 anni di mandato, governativo e regionale, deve essere quello di raggiungere il finanziamento dell’opera. Il modello a mio avviso deve essere la variante della Tremezzina e, quindi, una compartecipazione tra Stato e Regione per il finanziamento. È l’ultimo treno per realizzarla con risorse pubbliche e il territorio deve stare unito e compatto nel sostenerla. La Regione ha chiesto l’inserimento come opera prioritaria tra quelle da finanziare da parte di Anas». E sul progetto dice che «se si riesce ad avere uno spiraglio per finanziare l’opera avere il progetto definitivo appaltabile è un vantaggio».

«Fondamentale per il traffico»

«Il progetto di completamento del secondo lotto della tangenziale di Como - le parole di Gloria Bianchi, coordinatrice del Tavolo - è fondamentale per decongestionare il traffico che ogni giorno rischia di paralizzare Como e la convalle. Chiediamo con forza che diventi il primo punto della nuova agenda politica per la provincia di Como». Infine il presidente della Camera di Commercio Marco Galimberti: «Esprimo piena soddisfazione per l’ampia partecipazione registrata questa mattina. La volontà condivisa con il sindaco e il presidente della Provincia di attivarsi in sinergia per portare nelle competenti sedi istituzionali le nostre priorità è un ottimo segnale. Il futuro del nostro territorio dipende molto dalla nostra capacità di fare squadra».

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