Un avviso pubblicato dalla preside e il sospetto focolaio di Covid al Pessina: studenti e professori invitati a tornare all’uso della mascherina

La pandemia Preoccupazione all’istituto via via Milano, dove i contagi sono in aumento. Il virologo Pregliasco: «Giusto usare cautela, nell’ultima settimana ricoveri saliti del 24%»

«Dato l’aumento di casi Covid si invitano studenti e personale ad indossare la mascherina».

Succede al Pessina, l’istituto non fornisce numeri e dati sui contagi rilevati, ma con ogni evidenza è in corso un focolaio. Di qui la prudenza della dirigente scolastica Nora Calzolaio che ha pubblicato ieri questo avviso rivolto alle famiglie, agli alunni e ai docenti.

Non è un obbligo

«Si tratta di un avviso, non di un obbligo – spiega Calzolaio – come noto le mascherine non sono più un presidio da indossare per legge a scuola. Ma visto che abbiamo registrato più casi tra studenti e docenti resta una forma di precauzione. Se non l’avessi fatto sarei stata tacciata di non fare nulla a fronte di molte positività. Meglio quindi dare una indicazione e avvisare la popolazione scolastica».

La preside come detto preferisce non fornire il numero preciso dei casi positivi rilevati all’interno della scuola di via Milano. «Sono informazioni che invio all’Ats Insubria» si limita a dire.

Certo nella scuola si è già scatenato il dibattito, non senza un filo d’apprensione. C’è chi alza le spalle e chi invece medita di tornare a scuola con addosso la mascherina. «La mascherina va sdoganata – commenta Fabrizio Pregliasco, noto virologo lombardo – come ovvio non è più obbligatorio metterla a scuola, ma sia chiaro non è nemmeno vietato. È un’attenzione in più. Bisogna a mio parere usarla con buon senso, nel caso di possibili focolai, oppure soprattutto se sono presenti soggetti fragili ad alto rischio, in particolari condizioni cliniche. Le mascherine possono evitare a noi e agli altri un’infezione. Sfruttiamo questa difesa senza ideologie. È dimostrato: le mascherine hanno una loro efficacia. Perché non usarle?». I dati Covid come deciso dal nuovo esecutivo non vengono più forniti in Lombardia quotidianamente, ma solo ogni sette giorni e con un quadro molto meno approfondito.

Medici e pediatri in particolare si sono però accorti della recente crescente mole di tamponi positivi. Rispetto alla settimana precedente la Fondazione Gimbe nella nostra provincia ha certificato un aumento dei casi pari al 23%.

Di nuovo in crescita

«C’è in effetti un ritorno della pandemia – dice ancora Pregliasco - purtroppo il dato più significativo, pubblicato dalla Federazione italiana delle aziende ospedaliere, ci dice che nell’ultima settimana i pazienti ricoverati sono cresciuti del 24%. Per fortuna non nelle terapie intensive, un fatto che ci fa tirare un parziale sospiro di sollievo. Però è chiaro che siamo di nuovo in una fase di crescita. In un momento in cui inizia a circolare in maniera rilevante anche la classica influenza al pari di altre forme respiratorie». Gli esperti stanno cercando di capire la portata della risalita dei casi Covid, giunti ormai alle porte dell’inverno.

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