Un nuovo Pronto soccorso al Valduce. Sarà pronto tra due anni

La svolta L’ospedale realizzerà una struttura separata dal corpo centrale, usando una parte del parcheggio. Enoc: «Lo spazio attuale non basta, vogliamo rispondere meglio ai bisogni della comunità»

Il Valduce costruirà un nuovo Pronto soccorso. La procuratrice Mariella Enoc si dà tempo due anni, intanto dall’estate l’ospedale di via Dante potrà contare su trenta letti aggiuntivi. Il nodo più critico di tutta la sanità lariana sono i Pronto soccorso. È l’imbuto dove si concentrano tutti i bisogni di cura che non trovano una risposta, notte e festivi compresi. È un servizio essenziale che però si traduce spesso in lunghe attese, in un clima a volte teso, e che deve seguire le vere emergenze facendo i conti con una cronica carenza di personale.

Per gli ospedali i Pronto soccorso sono il vero tallone d’Achille. «Infatti stiamo predisponendo tutte le pratiche per costruirne uno nuovo – spiega Mariella Enoc – Quello attuale ha pochi spazi. Non ci stanno le barelle, dopo il Covid i parenti sono costretti ad aspettare all’esterno, le ambulanze devono perfino far manovra. Quindi vogliamo fare un investimento importante. Pensiamo sia ciò di cui la città ha più bisogno. Sarà una struttura all’avanguardia, con all’interno un poliambulatorio per la diagnostica, ecografie e Tac».

Il piano dell’ospedale

Le prime ipotesi parlano di una palazzina staccata dal corpo centrale dell’ospedale, sfruttando parte dell’area dell’attuale parcheggio. A pian terreno ci sarà l’accesso per le ambulanze e la “camera calda”, al primo piano gli ambulatori mentre sotto una nuova sala conferenze. Si tratta della rivisitazione del progetto già approvato due anni fa dalla giunta comunale, durante il precedente mandato. Allora il Valduce voleva spostare in una nuova palazzina, più alta su due piani, il centro unico di prenotazione e il blocco operatorio. «Quell’idea è superata, perché nel frattempo abbiamo rifatto internamente praticamente tutto l’ospedale – spiega Enoc – Abbiamo inaugurato il nuovo blocco operatorio, abbiamo sistemato il Cup e soprattutto abbiamo riqualificato tutte le degenze. Ultimo, da questa estate, il reparto al terzo piano che era da tempo sottoutilizzato». L’ala in questione era chiusa da prima della pandemia e ospitava studi medici. Le camere, per circa trenta letti, torneranno nella disponibilità dei medici da fine luglio. Ancora da decidere a quale specialità assegnare gli spazi.

«Una scelta coraggiosa»

Costruire un nuovo Pronto soccorso significa impegnare svariati milioni. È una scelta coraggiosa, per un’attività complicata e non troppo remunerativa. «Il nostro ospedale ha una missione, messi a posto i conti vuole rispondere ai bisogni della popolazione – dice ancora Enoc – Le suore della Congregazione che regge il Valduce sono delle azioniste che non pretendono utili economici. La nostra responsabilità è servire al meglio la comunità. Guardiamo alla dignità del paziente: gli anziani, i disabili, i bambini. Vogliamo presidiare il centro di Como con un servizio di prossimità». L’arco temporale per costruire il nuovo Pronto soccorso è di due anni. L’attuale Pronto soccorso verrà poi destinato ad altro uso.

Le interlocuzioni con gli uffici del Comune sono già iniziate, con il benestare del sindaco Alessandro Rapinese. Serviranno poi il coinvolgimento e l’assenso di Regione, Ats Insubria e di tutti gli enti interessati.

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