Una targa per Giuseppe Mazza, assassinato con un coccio di bottiglia. Il cardinale: «Tutti fratelli con pari dignità»

Rebbio Ieri in via Giussani cerimonia per ricordare l’uomo ucciso. Presenti il cardinale, i familiari e le autorità

«In ricordo di Giuseppe Mazza - L’accaduto non cancelli il desiderio di umanità - Il Comune di Como». È questa la targa svelata ieri mattina in via Giussani a Rebbio, in memoria dell’uomo ucciso la scorsa estate mentre riposava sulla sua auto, parcheggiata nello slargo di fronte alla scuola.

«Ci riconosciamo fratelli con la medesima dignità - ha detto il vescovo Oscar Cantoni prima del momento di preghiera -. Non c’è qualcuno più avanti o qualcuno più indietro, ma siamo tutti uguali». Il cardinale, dopo la lettura di un passo del vangelo di Giovanni, ha benedetto il luogo e, dopo aver scoperto la targa, ha suggerito al vicesindaco Nicoletta Roperto di fare aggiungere anche la data della morte di Giuseppe Mazza. Proprio la vicesindaco era intervenuta poco prima per spiegare che «l’intenzione del Comune, nel mettere questa piccola targa, è quella di non dimenticare l’accaduto che non si deve ripetere». Poi, dopo aver portato i saluti del sindaco Alessandro Rapinesee aver chiesto ai presenti un minuto di silenzio, ha aggiunto che «giunta e consiglio sono qui per un gesto di rispetto verso una persona semplice e umile, come era stato Giuseppe» e auspicato che «questo senso di comunità continui ad aggregare».

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La posa della pietra in ricordo dell’uomo ucciso la scorsa estate è stata anche l’occasione per una riqualificazione completa dell’area: sono state tagliate erbacce e vegetazione incolta e piantate viole ed edera. Ieri mattina in via Giussani erano presenti numerosi residenti nel quartiere, il prefetto, il questore, i vertici di Carabinieri, Polizia locale e vigili del fuoco, il presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo, gli assessori Matteo Lombardi, Francesca Quagliarini e Nicoletta Anselmi, i consiglieri di opposizione Patrizia Lissi e Stefano Legnani, la preside dell’istituto comprensivo Daniela Di Lascio e il parroco don Giusto Della Valle.

Al termine della breve cerimonia la sorella di Giuseppe Mazza si è avvicinata la sorella con in mano dei fiori bianchi, che ha deposto davanti alla targa. Sulla terra è stata messa anche una fotografia di Mazza con i due rosari rimasti in questi mesi sulla croce che don Giusto aveva portato in via Giussani subito dopo la tragedia. La sorella ha scambiato qualche parola con il cardinale Cantoni, a cui ha spiegato che il fratello d’inverno andava a stare da lei, ma d’estate sceglieva la libertà e, per questo, dormiva nella sua auto. Poco dopo le si è avvicinata la signora Stefania, mamma di Gaetano Banfi, ucciso da un’auto a soli 22 anni nell’ottobre del 2019 nel sottopasso di via Clemente XIII. Ha letto alla sorella di Mazza una lettera nella quale parlava dell’uomo e che si concludeva: «So che tu (ha detto guardando la foto di Mazza tra le lacrime, ndr) e mio figlio siete in un posto meraviglioso».

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