Uomo sgozzato nell’auto: terrore in via Giussani. Il ritrovamento, l’allarme e la ricostruzione

Il delitto Trovato nel pomeriggio, morto da poche ore: viveva in auto. Molte attinenze con altre due aggressioni in zona, per le quali c’è un arresto

A dare l’allarme è stato un ragazzino minorenne, di 16 anni, che abita in zona. Era uscito per andare a fare una fototessera per un documento di identità. Nel passare dal parcheggio esterno alla scuola di via Giussani, ha notato quell’auto grigia, una Volkswagen Lupo, che altre volte aveva visto nei giorni scorsi, sempre nel parcheggio. Ci aveva anche scherzato, forse, quando aveva visto l’uomo che ci dormiva dentro, appisolato sul sedile. Ieri però, quando erano le 17, qualcosa non tornava. La posizione tenuta da quella persona che non conosceva era strana. Così si è avvicinato e ha visto tutto. Il corpo reclinato, il sangue, la ferita.

L’arrivo delle forze dell’ordine

In pochi attimi la via Giussani si è colorata di blu, il colore delle sirene dei lampeggianti delle volanti della polizia. Nell’auto, con un taglio profondo alla gola, morto da almeno quattro o cinque ore – toccherà al medico legale stabilirlo, e questo passaggio non è affatto secondario per i motivi che poi spiegheremo – c’era il corpo senza vita di Giuseppe Mazza, formalmente senza fissa dimora, nato nel 1946. Ucciso, questa è l’ipotesi investigativa, da una mano che non ha avuto pietà di lui. L’ora della morte, dicevamo, non è affatto secondaria. Perché qui, in questa via in discesa del quartiere di Rebbio, con alle spalle le case popolari di via Spartaco e di fronte i lustrini del nuovo centro commerciale, solo poche ore prima – attorno a mezzogiorno – un altro uomo, 24 anni di El Salvador era stato colpito alla gola con un corpo tagliente, in quel caso un coccio di vetro.

La dinamica è molto simile, sia per il tipo di ferita e per il punto colpito, sia perché anche il ventiquattrenne era stato aggredito di sorpresa da un uomo che si era avvicinato per chiedere una informazione: «Scusi, dove è il vecchio Sant’Anna?». Non aveva fatto in tempo a rispondere che un fendente l’aveva colpito alla gola. Il ragazzo era riuscito a spostarsi di qualche millimetro indietro, sufficiente per evitare che la lama tagliasse la giugulare. L’aggressione era avvenuta a mezzogiorno, nei pressi della pensilina dell’autobus. E l’auto con a bordo il settantenne privo di vita, con il collo tagliato da parte a parte, in linea d’aria era a non più di cento metri di distanza, con il corpo reclinato, non visibile da chi passava dalla strada.

Al momento in cui scriviamo, i due episodi procedono separati. Per l’aggressione del mezzogiorno, le volanti hanno già arrestato un uomo di 33 anni di Albiolo, Omar Querenzi, che sempre ieri e in mattinata aveva aggredito anche un bambino nei pressi del Sant’Anna. Gli agenti del corpo di guardia del nosocomio avevano però fornito una descrizione dettagliata che aveva permesso alle volanti di mettersi sulle sue tracce, trovandolo poi a Rebbio, in via Giussani, subito dopo l’aggressione al ragazzo del Salvador. Era stato arrestato, Querenzi, e portato in Questura proprio nei minuti in cui il minorenne passava accanto all’auto grigia parcheggiata fuori dalla scuola.

Da lì, inevitabilmente, tutto è cambiato. Le volanti sono tornate a sirene spiegate in via Giussani, raggiunte subito dopo dagli uomini della squadra Mobile, dalla scientifica, dalla polizia locale a dare un supporto logistico e dalla solita schiera di curiosi che piano piano ha iniziato ad ammassarsi dall’altra parte della strada. In via Giussani è arrivato anche il pubblico ministero titolare dell’indagine, il pm Simone Pizzotti. Gli agenti hanno iniziato ad ascoltare i testimoni, partendo ovviamente dal ragazzo di 16 anni e dal padre. Poi hanno battuto le vie attorno per cercare l’eventuale arma utilizzata per il presunto omicidio. Infine hanno alzato gli occhi verso l’alto, alla ricerca di telecamere presenti in zona che possano aver ripreso quando avveniva in quel parcheggino solo un poco scostato dalla strada che scende verso la via Paoli.

Scena agghiacciante

La scena era agghiacciante, come solo può essere quella di un morto sgozzato. La portiera della Volkswagen Lupo di proprietà della vittima è stata trovata aperta. L’uomo aveva una gamba fuori dall’abitacolo, quasi per difendersi da una aggressione dall’esterno. Anche se queste sono tutte ipotesi investigative. In mano aveva un coccio di vetro. Tutti elementi che sono già nelle mani della squadra Mobile che ora dovrà unirli per formare un puzzle.

Giuseppe Mazza era nato a Sondrio nel 1946. Da qualche giorno era stato visto aggirarsi per Rebbio, tra il parcheggio dove è stato trovato e quello del cimitero che in linea d’aria è poco distante da qui e pure dalla chiesa parrocchiale di don Giusto Della Valle. Il prete degli ultimi, che ieri – mentre il sole calava – ha raggiunto via Giussani per una preghiera e un gesto d’amore verso quel povero corpo senza vita accovacciato nell’abitacolo di un’auto.

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