Vaiolo delle scimmie, primi vaccini in arrivo: «Importante prevenire»

Contagi Potranno immunizzarsi 120 persone. Pregliasco, infettivologo, invita a informarsi di più: «Nella lotta a questa malattia serve responsabilità»

Anche a Como sono in arrivo le prime dosi di vaccino contro il vaiolo delle scimmie. Da giovedì primo settembre in tutta la Lombardia riapriranno infatti le prenotazioni per fare la vaccinazione contro la nuova infezione sempre più diffusa.

Anche l’Asst Lariana dunque riceverà nei prossimi giorni le prime fiale. Al principale ospedale di Como, il Sant’Anna, ne sono state assegnate 60 . Da ognuna di questa sarà possibile estrarre fino a un massimo di cinque dosi, ma più facilmente quattro. Dunque il quantitativo per ora corrisponderebbe a circa 240 dosi poco più. E dal momento che ogni persona necessita di due dosi sarà possibile, per ora, vaccinare circa 120 persone.

Il Ministero della Salute, in aggiunta alle 2mila dosi di vaccino Jynneos arrivate nella prima settimana di agosto, ha consegnato alla Regione Lombardia ulteriori 2.840 fiale. Durante la prima fase di somministrazione erano stati però coinvolti solo alcuni ospedali lombardi, dal San Gerardo di Monza all’ospedale di Circolo di Varese, tra cui il Sant’Anna non era compreso.

A partire da giovedì mattina invece, codice fiscale e tessera sanitaria regionale alla mano, sarà possibile prenotare l’appuntamento all’ambulatorio di Malattie infettive del Sant’Anna e al centro infezioni sessualmente trasmissibili della Casa di comunità di via Napoleona. Le prenotazioni, come sempre, potranno essere realizzate attraverso il portale prenotasalute.regione.lombardia.it. Prima della vaccinazione sarà però necessaria l’anamnesi di un medico per verificare la presenza di controindicazioni e la rispondenza ai requisiti.

L’offerta è indirizzata agli uomini e ai transgender, residenti o domiciliati in Lombardia, che hanno rapporti sessuali con altri uomini o che hanno avuto comportamenti sessuali a rischio. Il modo in cui avviene il contagio infatti è principalmente un contatto stretto con le vescicole tipiche della patologia, per esempio condividendo lo stesso letto. Non sempre comunque la malattia ha manifestazioni acute con febbre e vescicole: pochissimi per ora sono i pazienti ospedalizzati.

Fino alla scorsa settimana in Lombardia i contagi erano 328. Di questi 22 nel territorio dell’Ats Insubria, circa la metà nel comasco. Si tratta nel 99% dei casi di uomini, per il 46% tra i 30 e i 39 anni.

«Il vaccino è prezioso, ma ha senso nella lotta a questa malattia una vaccinazione che sia universale, come per il Covid – ha spiegato il noto virologo lombardo Fabrizio Pregliasco – è molto più importante invece fare leva sull’informazione e sulla responsabilità, anche per far emergere i casi non noti e tracciare così i contatti. Dobbiamo, in senso positivo, preoccuparci di informare per evitare comportamenti a rischio tra le persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA