Alla primaria di via Fiume sono vietate le merendine da casa. E alcuni genitori protestano

Scuola Il regolamento dell’istituto prevede che gli alunni possano consumare solo la frutta rimasta a pranzo. La dirigente: «È un modo per evitare gli sprechi, ma anche per dare ai ragazzi un insegnamento a tavola»

Vietata la merendina portata da casa, a scuola si mangia solo la frutta. E dalle primarie di via Fiume arrivano le prime lamentele dei genitori. Perché è successo che le maestre abbiano fatto rimettere in cartella la focaccia e il toast portati per lo spuntino, chiedendo a tutti di consumare solo la frutta che non viene mangiata durante il pranzo.

Si tratta di una buona prassi alimentare, già sponsorizzata dal Comune, che era saltata durante la pandemia per le mille regole anti contagio. Ora però la frutta a merenda è tornata di nuovo in classe.

La protesta

L’episodio che ha creato malumori risale ai giorni scorsi, quando una coppia di genitori, sapendo che il figlio non mangia la frutta, si è vista restituire per diverse mattine il panino preparato per lo spuntino. E poi un altro papà, quando ha visto il figlio tornare a casa con il toast che gli era stato preparato, ha formalmente protestato con la scuola e ha anche segnalato il fatto al Comune parlando di «decisione unilaterale».

«Era un progetto comunale per l’educazione alimentare – si difende la preside dell’istituto comprensivo Como Centro Valentina Grohovaz – in sostanza prima del Covid chiedevamo ai bambini di mangiare per merenda la frutta che in genere non viene mangiata a pranzo. Ora, superata speriamo la pandemia, possiamo di nuovo farlo. È un modo intanto per evitare gli sprechi, per non buttare il cibo già pagato con le rette per la mensa. Ma anche per dare un insegnamento a tavola».

E se una mamma sceglie di mettere in cartella una merendina può farlo? «Sì, però se durante la merenda tutti tirano fuori dalla cartella il panino o la brioche – dice Grohovaz – poi la frutta finisce che non la mangia più nessuno. È una questione, appunto, di educazione. Comunque sono sicura che in caso di reali problemi o per necessità stringenti le nostre insegnanti siano sempre pronte al dialogo». In città anche altre scuole, per esempio quelle di via Brambilla per l’istituto Como lago, propongono la frutta a merenda, cercando di tenere lontano ogni genere di junk food. Ma con focacce e panini le regole sono meno stringenti.

La nutrizionista

«Già ai tempi in cui lavoravo all’Asl di Como, proponevamo la frutta a metà mattina– spiega Francesca Noli, biologa comasca e specialista in scienze dell’alimentazione – spuntino ideale per spezzare il digiuno. Certamente vanno sensibilizzate le famiglie per incoraggiare una prima colazione adeguata al fine di evitare di arrivare troppo affamati a metà mattina. D’altro canto, una merenda con un panino imbottito o un trancio di pizza sarebbe eccessiva e rischierebbe di far arrivare a pranzo con poca fame. Io mi auguro che, tra scuola e famiglia, ci sia la volontà di muoversi nella stessa direzione considerando che può essere a vantaggio di tutti».

Pranzi e merende a scuola restano un tema molto dibattuto tra le famiglie. Ogni giorno del resto grandi quantità di pasti non consumati finiscono nel cestino.

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