Vigile del fuoco morto dopo intervento al rene. Assolti tutti i medici finiti a processo

Palazzo di giustizia I fatti risalgono addirittura a sette anni fa - Solo adesso la sentenza di primo grado

I quattro medici del Sant’Anna indagati dalla procura di Como per la morte di Onorino Morandin, il 65enne ex vigile del fuoco deceduto il 5 aprile 2016 in seguito alle complicazioni successive ad un intervento per l’asportazione di un rene a causa di un tumore, non hanno colpa per quanto avvenne in quei drammatici giorni nell’ospedale cittadino.

Lo ha deciso ieri il giudice monocratico Maria Elisabetta De Benedetto che ha assolto dall’ipotesi di reato di omicidio composto «perché il fatto non costituisce reato», Antonello Paulesu (61 anni di Como) e Marco Azzola Guicciardi (69 anni, di Cantù) in «qualità di chirurghi primi operatori in servizio» presso il Sant’Anna nei giorni dell’intervento, e gli assistenti chirurgo di primo e secondo aiuto Vanessa Lancini (53 anni di Milano) e Roberta Spasciani (48 anni di Azzate). Paulesu è stato difeso dall’avvocato Davide Giudici, gli altri medici dal legale Claudio Bocchietti.

La sentenza

In aula non si erano costituite parti civili, con i parenti della vittima che erano già stati in precedenza risarciti. La procura aveva comunque chiesto la condanna, poi non accolta dal giudice, quantificata in 9 mesi per Paulesu e Azzola Guicciardi, 6 mesi per le altre due imputate.

«C’è dispiacere da parte di tutti i medici coinvolti in questo processo – ha commentato poi l’avvocato Bocchietti, al termine della lettura del dispositivo della sentenza di assoluzione – Tutti gli imputati si sono fatti esaminare, vivendo momenti di profonda commozione nel ricordare davanti al giudice quanto accadde. La sofferenza rimane, anche se sono trascorsi quasi sette anni. Ancora hanno ben presente quei giorni e ancora si fatica a capire cosa accadde. Sono stare fatte ipotesi ma non c’è chiarezza. Di sicuro, e questo è stato ribadito da tutte le perizie univoche al riguardo, va esclusa la colpa dei quattro medici».

Le motivazioni della decisione, come detto, non sono note e verranno depositate nelle prossime settimane. Onorino Morandin, sei giorni prima del suo sessantaseiesimo compleanno, era entrato in sala operatoria per quello che tecnicamente si chiama intervento di nefrectomia per via laparoscopica, ovvero l’asportazione di un rene a causa di un tumore. L’uomo, in ogni caso, «godeva di ottima salute» avevano riferito i parenti alla procura di Como che aveva aperto un fascicolo di indagine su quel decesso.

La vicenda

«Durante la prima operazione - aveva invece spiegato nell’immediatezza dei fatti l’azienda ospedaliera - si è verificata una complicanza vascolare che ha richiesto un nuovo intervento dopo il quale il paziente è deceduto».

Già il giorno successivo al primo intervento - secondo quanto era emerso sia dalla denuncia dei parenti che dalla cartella clinica - il signor Morandin aveva iniziato a sentirsi male. E così il giorno dopo era stato sottoposto a un secondo intervento chirurgico d’urgenza ma l’uomo era di fatto morto sotto i ferri. La vicenda era finita di conseguenza sul tavolo della procura cittadina che aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo portato avanti per tutti questi anni fino alla richiesta di condanna che tuttavia non è stata accolta dal giudice che ha assolto i quattro medici.

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