Aiutare gli altri? Per qualcuno
è uno stile di vita

Cantù Andrea Frigerio, 24 anni, premiato dal Csv: «Dare gratuitamente è alla base dell’essere comunità»

Andrea Frigerio, giovane canturino di 24 anni, futuro insegnante, attivissimo nel volontariato ha le idee molto chiare sulla comunità e su quello che è il ruolo dei giovani. Figura importante dell’associazione “La Soglia”, Andrea lo scorso dicembre è stato premiato con Il Sole d’Oro, riconoscimento del Centro Servizi per il Volontariato.

«È stata una sorpresa, anche perché sono stato candidato a mia insaputa. Il mio impegno a “La Soglia” nasce 9 anni fa, ho iniziato ad aiutare i bambini mentre frequentavo la seconda superiore. Dai 15 anni mi sono impegnato nel doposcuola». L’associazione La Soglia nasce come supporto alle famiglie, in particolare a quelle straniere, ma non solo.

«Il volontariato per me è uno stile di vita, da cui traggo un piacere personale: nell’aiutare i bambini a fare i compiti si impara molto: stare a contatto con gli altri ti permette di ascoltare il racconto di qualcosa di particolare, la testimonianza diretta di usi e costumi diversi».

Un arricchimento

Negli ultimi anni Andrea ha iniziato a far volontariato anche in altri ambiti. «Un paio di volte al mese insieme alla mia fidanzata sono disponibile per “Incontri”, la mensa che aiuta chi ha bisogno a Cantù; in estate poi mi impegno con Mato Grosso e per una settimana sono responsabile di un rifugio, attività in cui mi affiancano anche i miei genitori». L’impegno per gli altri è una tradizione della famiglia di Andrea, anche se poi lui stesso è stato il collante che ha riunito intorno a sé i propri cari, coinvolgendoli in attività comunitarie e svolgendone altre in autonomia. «La mia famiglia si è sempre resa disponibile ed aperta alle attività di comunità e di oratorio; il passo successivo è stato spontaneo per me, ma anche per loro». «Il lato più bello di svolgere diverse attività è quello di essere a contatto con tante persone diverse, anche per fascia d’età. Riesco così a interagire, ad esempio, con molti 70enni, e per me è un arricchimento molto importante».

«Non nego che essere volontario è una grande possibilità che mi è stata data dalla famiglia. Sono studente, non avere l’urgenza di lavorare mi ha dato la bella opportunità di mettermi a servizio degli altri». «Ma nel futuro dei giovani c’è troppa incertezza e anche qualche pregiudizio» dice Andrea. «È un messaggio che mi piacerebbe passasse, troppo spesso i ragazzi sono accusati di non far nulla o comunque di non impegnarsi abbastanza. La verità è che, oggi più che mai, molti devono fare i conti con tanta più incertezza che in passato».

Il ruolo dell’oratorio

Un grande faro per Andrea il mondo dell’oratorio. «Durante la premiazione ho fatto riferimento a questo modo di intendere la società e la comunità. Si tratta di superare certe visioni sociali ed economiche che si stanno affermando prepotentemente. Il volontariato di comunità è indirizzato non solo a chi è in difficoltà economiche, ma abbraccia tutti. Ognuno dà quello che può senza aspettarsi ritorni diretti, ma nella consapevolezza della costruzione di legami che supportano la vita di tutti. È proprio il contrario di un certo individualismo che si sta affermando». Conclude Andrea: «Dare in modo gratuito è alla base dell’essere comunità». Attualmente Andrea è impegnato anche in “Laudato Si” e nel gruppo di giovani che producono il podcast “Cavatappi” che si occupa di raccontare e di creare un contatto intergenerazionale.

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