
Diogene / Como città
Martedì 20 Dicembre 2022
«Chi non ama ha fallito. I volontari? Preziosi, ma nessuno può andare avanti solo». L’intervista al vescovo di Como
Oscar Cantoni Il Cardinale incontra i lettori di Diogene: «C’è tanta solidarietà tra i comaschi, ma manca un coordinamento»

Si siede al tavolo, davanti alle statuine di un presepe peruviano che rappresentano Giuseppe, Maria e Gesù e che sono espressione del legame della Diocesi di Como con il Perù. Alle spalle il disegno di don Roberto Malgesini, fatto dai detenuti del Bassone. Sul volto un sorriso caldo, che sa di accoglienza. Il cardinale Oscar Cantoni parla a Diogene, e lo fa alla vigilia del Natale per parlare di solidarietà, altruismo, accoglienza e volontariato.
Monsignor Cantoni, anche quest’anno ci saranno persone che trascorreranno la notte di Natale in un dormitorio per difendersi dal freddo o addirittura in qualche fabbrica dismessa. E anche quest’anno ci saranno volontari che dedicheranno il Natale ad aiutare chi è meno fortunato di loro. Un’immagine che offre diversi spunti di riflessione. Il primo, negativo: pandemia, crisi economica, guerra, crisi energetica stanno aumentando il numero di persone che faticano ad arrivare alla fine del mese. Intere famiglie spengono il riscaldamento perché non possono permettersi di pagare la bolletta, o faticano a garantirsi un tetto sulla testa. Quanto è grave l’emergenza povertà?
Questo è un Natale difficile, ancora più impegnativo di quello dello scorso anno che già lo è stato. Ci siamo trovati a vivere un’esperienza di guerra che pensavamo fosse già superata: distruzioni, uccisioni e morte vicino a casa nostra. Noi stiamo pagando le ripercussioni di questo conflitto, oltre al peggiorare delle conseguenze della pandemia con una crisi economica che andrà a riversarsi in modo sempre più drammatico sulle realtà più povere: famiglie che arrivano a fatica a fine mese, aiuti economici che si aspettano dalla società e anche dalla chiesa.
Un quadro preoccupante...
Una realtà difficile e impegnativa, di sicuro. Ma questa crisi va assunta con impegno. Non si può uscirne con soluzioni evanescenti, quasi scappando e facendo finta che non ci sia, tanto è Natale. Questo tempo di crisi è un’occasione per imparare ad abitare la solitudine, innanzitutto, e attivare la capacità di pensare. La ricerca del senso della vita, nella crisi, si acuisce. Le esperienze di relazione sociale vanno sempre più promosse, perché o ci mettiamo insieme e affrontiamo insieme la crisi oppure non troveremo una soluzione.
Il secondo spunto di riflessione, rispetto all’immagine di apertura, è positivo e dimostra la solidarietà e la capacità di migliaia di comaschi di mettersi al servizio degli altri. Non crede?
Questa esigenza di solidarietà è venuta alla luce per dare un senso alla vita che stiamo attraversando. Siamo tutti coinvolti in una medesima situazione e a me pare molto bello che si pensi a un Natale che sia di solidarietà e non di evasione. A volte sembra che, siccome è Natale, allora divertiamoci e facciamo finta non ci sia niente. Le situazioni che stiamo vivendo, però, sono impegnative e problematiche. Per fortuna, però, sono tante le persone che si impegnano e che si mobilitano per un volontariato attivo, che si traduce a livello singolo ma anche attraverso le grandi organizzazioni di volontariato che ci sono. Io ovviamente sottolineo la Caritas, ma devo riconoscere che ci sono tante altre forme di volontariato positive, presenti e operative.
© RIPRODUZIONE RISERVATA