«Dalle labbra alla “luce” questione di educazione»

Da circa 35 anni è assistente alla comunicazione e lavora in diversi ambiti, tra cui quello dell’assistenza scolastica. Roberta Manzoni racconta, in modo appassionato, il suo percorso di conoscenza e divulgazione: «Come assistente alla comunicazione Lis (sigla che sta per Lingua dei segni italiana) mi occupo di diversi aspetti; non sono un’interprete, ma partendo dalla traduzione - dal segnato al parlato e viceversa - accompagno chi si accosta alla lingua nella comprensione dei contenuti. In questi anni ho incontrato diverse tipologie di persone, che si avvicinano alla Lis per i motivi più disparati, per curiosità o per bisogno professionale.Nei corsi propedeutici sulla comunicazione non verbale sottolineo sempre la differenza tra lingua e linguaggio, che spesso ancora oggi vengono confusi dal mondo udente. Bisogna poi tenere alcune accortezze - che sono di fatto sinonimo di educazione, a prescindere dalla lingua dei segni - come il fatto di tenere sempre il volto ben illuminato o fare attenzione al labiale o guardare sempre l’interlocutore. Il percorso di conoscenza della comunicazione non verbale, inoltre, prevede momenti di interazione con persone sorde segnanti».

Fondamentali sono i percorsi di studio ad hoc che l’Ens - Ente Nazionale Sordi - e altre istituzioni (comprese le università) organizzano e curano, per la formazione dei futuri assistenti».

Il presidente della Sezione provinciale di Como dell’Ens è Giorgio Testoni, che durante l’intervista (durante la quale Roberta fa da assistente) spiega alcuni concetti fondamentali, come l’importanza di alcuni termini: «Una cosa a cui teniamo molto è l’eliminazione del termine sordomuti: questa non è la definizione corretta, che è - invece - sordi (come peraltro si comprende dal nome dell’ente stesso). Questo vale anche per le diciture sui documenti, per i quali esistono normative precise. Il motivo sta nel fatto che la Lis è una lingua a tutti gli effetti con implicazioni ulteriori di significato, spesso necessaria per l’inclusione delle persone sorde e segnanti».
D. Lat.

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