
Diogene / Lago e valli
Martedì 21 Marzo 2023
Il lavoro sui terreni confiscati e la testimonianza di chi ha perso tutto a causa della mafia «Ecco il mio volontariato antimafia a Scampia»
La storia Diciottenne di Menaggio, Giulia fin dalle medie trascorre le sue vacanze nelle terre confiscate alla criminalità organizzata
Dai campi di Libera a quelli di Scampia, cuore a cuore con i familiari delle vittime innocenti delle mafie, perché la memoria di chi non c’è più non venga mai cancellata.
È un’esperienza tanto forte quanto arricchente quella vissuta da Giulia Capone, 18enne di Menaggio e studentessa al liceo linguistico “Paolo Giovio” che, da anni, vive con entusiasmo il mondo del volontariato, i rapporti umani che ne nascono, ma anche il tema della criminalità organizzata. Merito, in parte, anche della grande sensibilità che la famiglia ha sempre avuto verso la tematica e che, Giulia, ha saputo fare sua. «Già quando ero molto piccola, i miei genitori mi hanno portato con loro in luoghi e da persone legate a questo mondo – racconta – Sono stata nei quartieri di Peppino Impastato, per esempio, di cui i miei, in passato, hanno conosciuto la madre. Siamo stati anche alla Pizzeria Impastato di Cinisi. Abbiamo sempre acquistato e acquistiamo tutt’ora arance prodotte in terreni confiscati. In casa è sempre stato un tema sentito». Anche per questo motivo, fin dalla tenera età, la studentessa di Menaggio si è interessata alle opere letterarie e cinematografiche legate alla mafia. Ha letto “Bacio feroce” e “Gomorra” di Roberto Saviano e visto film come “La mafia uccide solo d’estate” e “I cento passi”.
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