Il Servizio civile: cinquant’anni dalla parte del bene. Ora tocca al 2023

Csv InsubriaQuest’anno sono 53 le posizioni attivate nei territori di Como, Varese e Lecco, con vari progetti

«La prima cosa che mi lega al Servizio Civile è che siamo nati nel 1972 entrambi», esordisce Morena Tevisio del Csv parlando della sua esperienza nell’ambito.

Responsabile per Csv Insubria dei progetti di Servizio civile, ha iniziato la sua attività nel Terzo Settore negli anni Duemila: «Dopo la laurea in Filosofia, ho trovato qui un campo di lavoro che ci ha permesso di esplorare le partite legate alla società civile; ho iniziato a lavorare all’interno del Csv sui programmi comunitari - “fratelli” del Servizio Civile - del Volontariato europeo, oggi Corpo europeo di solidarietà, occupandomene per una ventina di anni. Con la scelta, tra il 2015 e il 2016, del Csv di occuparsi del Servizio Civile (dal 2001 diventato libero e dal 2005 aperto anche alle donne) anche a livello italiano, con un’attività di gestione e non solo di promozione, mi è stato affidato l’incarico di sviluppare questa parte. Man mano l’attività è cresciuta, prevedendo il coordinamento tra le varie realtà che attivano i progetti di Servizio Civile per svariate tipologie di attività».

Morena è da sempre testimone e parte attiva dell’evoluzione e del cambiamento dell’intera struttura e dei vari progetti: «Una delle tante modifiche che sono state introdotte è quella del 2017, che ha trasformato il Servizio Civile in “universale”, cosicché - in teoria - tutti i giovani dai 18 ai 28 anni dovrebbero poter avere accesso a questa possibilità. Nella realtà questo non si è ancora verificato, perché rispetto alle richieste - quest’anno oltre 80mila - i finanziamenti dei dipartimenti ministeriali coinvolti non sono sufficienti, arrivando a coprirne 70mila. L’obiettivo sarebbe arrivare ad una legge che garantisca a tutti coloro che per anno della loro vita vogliano mettersi al servizio della comunità, attivando allo stesso tempo percorsi di crescita personale, possano farlo. Grazie ai fondi del Pnrr, intanto, sono state avviate collaborazioni con altri dipartimenti del Consiglio dei ministri, come quello della Transizione ecologica, dello Sport e dell’Ambiente con progetti tematici».

Per il 2023 saranno 53 le posizioni attivate nei territori di Varese, Como e Lecco, con vari progetti avviati da enti che operano in settori vari, dalla cultura all’assistenza: «Il bando è in uscita e sul sito www.serviziocivileinsubria.it sarà possibile consultare l’elenco e inviare la candidatura (una sola per ciascuna persona), in attesa della fase di selezione e attivazione, verosimilmente a partire dal mese di maggio e per la durata di un anno. Con Francesco Tosi e Mauro Oricchio saremo a disposizione per il coordinamento e il supporto e per ogni progetto sarà previsto un referente dell’ente di accoglienza, che ha in carico la gestione diretta dell’operatore volontario. Mi piace lavorare in questo settore perché, nato come una scelta di difendere il proprio Paese non con le armi ma con la propria attività, oggi il Servizio Civile è diventato anche un modo per rafforzare il rapporto tra un ragazzo e lo Stato, creare momenti importanti per il territorio e comprendere come funziona il lavoro degli enti no profit e pubblici dietro il versamento di un rimborso per il tempo messo a disposizione».

«La partecipazione è sempre piuttosto buona, ma altalenante in base ai contesti socio politici del Paese: dopo la pandemia, ad esempio, c’è stata una battuta d’arresto soprattutto per progetti legati all’assistenza, anche se durante i mesi più duri proprio i ragazzi che svolgevano il Servizio Civile sono stati parte di un sistema di aiuto e supporto prezioso».

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