«La cultura della legalità? Al Giovio la studiamo in classe»

Lo studio Due classi dello scientifico al forum dei “Giovani pensatori” In un video l’approfondimento sulla ’ndrangheta in provincia di Como

L’antimafia sono queste ragazze e questi ragazzi. Sono il loro impegno per comprendere le dinamiche che hanno consentito alla ’ndrangheta di impossessarsi di pezzi di territorio, locali, imprese. Sono i loro approfondimenti, la loro voglia di capire, le loro domande interessate e mai banali.

L’antimafia comincia da qui, dai banchi di scuola, da una lezione che è più un incontro, uno scambio di informazioni, di idee, un confronto. Proprio oggi i giovani di 4D e 5C del liceo Paolo Giovio di Como saranno protagonisti del forum dei “Giovani pensatori”, un progetto voluto e realizzato dall’università dell’Insubria e rivolto ai ragazzi delle scuole superiori. Gli studenti del Giovio - guidati dalla professoressa Silvana Verga - si sono impegnati a realizzare un video sulla presenza della ’ndrangheta nella nostra provincia.

Le parole dei ragazzi

«Quando abbiamo cominciato - raccontano a più voci Laura Brenna, Carlotta Donà, Giulia Londra, Maria Muscia, Marco Costanzo, Filippo Calabrò, Federico Monti e Andrea Bulatovic - non eravamo così consapevoli di quanto la ’ndrangheta fosse presente e attiva nella nostra provincia. E con quali modalità fosse riuscita a penetrare così profondamente al Nord». Attraverso articoli di stampa, video, testimonianze, incontri a scuola, anche una visita alla redazione de La Provincia, i ragazzi hanno avuto realizzato un breve documentario di 20 minuti nel quale cercano di fornire informazioni e risposte. Un inquadramento sulla storia dei clan calabresi alle nostre latitudini, quindi un approfondimento sul caso Perego strade - l’azienda del Lecchese fagocitata dalla ’ndrangheta e fallita - e sul tentativo di impossessarsi della movida e dei locali attorno a piazza Garibaldi a Cantù. Infine una riflessione sull’idea di legalità e di cultura della legalità.

«Ci ha impressionato soprattutto la cultura mafiosa - proseguono i ragazzi - Prima non avevamo idea di certe dinamiche. Grazie a questo lavoro siamo molto più consapevoli e sicuramente più interessati». Ora se sul web, in televisione, sui siti di informazione compaiono notizie sulla ’ndrangheta, i ragazzi ammettono: «Andiamo a leggerle».

L’aspetto più bello e interessante di questi progetti è che, ogni volta, i ragazzi si appassionano dimostrando che il lavoro per la legalità, quello per costruire una cultura dell’antimafia inizia proprio da qui. Ogni volta che incontri questi giovani, che ti trovi a discutere con gli studenti delle superiori, hai la consapevolezza che è proprio lavorando con loro che si può arrivare a una società più giusta, meno corrotta, meno attaccabile dai clan, più impermeabile agli interessi della malavita organizzata.

Oggi tocca a loro, ai ragazzi della 4D e della 5C del liceo Giovio e del loro video sulla ’ndrangheta che fin dagli anni Settanta ha messo radici e coltivato interessi nella provincia di Como.

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