«La vita è un ballo, oltre le apparenze»

La storia Daniela e Cristina: «Noi donne veniamo giudicate per il fisico, con il burlesque ci sentiamo libere»

Diva o bad girl? Tra il “Pensati libera”, indossato da Chiara Ferragni a Sanremo, e le Morgane, raccontate da Michela Murgia e Chiara Tagliaferri nel loro podcast, nel mezzo ci sono tutte le donne che sperimentano un proprio e una propria forma perlinguaggio esprimersi al meglio e amare se stesse. Ognuna con l’unicità che si porta dietro sceglie ogni giorno in cosa riconoscersi. Oltre i modelli e gli stereotipi cerca nel profondo la chiave per attraversare la vita con coraggio e tracciare strade nuove.

Le accomuna un corpo di donna che parla di tante storie, di amore come di violenze, a volte di discriminazioni, sempre di bellezza che si moltiplica, un corpo che può davvero essere il trampolino di lancio per buttarsi a capofitto nell’incontro con la propria identità. Questo succede quando è ascoltato.

Nel mondo di lustrini del Burlesque il corpo è in mostra, vissuto con ironica consapevolezza, perfettamente imperfetto, accettato nella sua più piena esplosione di vita, strumento per creare la magia. Questa disciplina negli anni ha sempre di più avvicinato donne che sentivano la necessità di mettersi in gioco, di piacersi, di giocare con la propria immagine, portando a galla sensualità e leggerezza.

Superare gli ostacoli

Sul palcoscenico ogni donna cambia nome e indossa i panni di una nuova versione di sé, indaga la libertà da una prospettiva diversa. Non ci sono più l’impiegata, l’insegnante, l’avvocata, la mamma, la fidanzata, non ci sono ruoli sociali da rispettare, ma si lascia spazio allo spettacolo e all’intrattenimento, protagoniste sotto i riflettori.

Seguire un corso di burlesque e dare vita a un’esibizione è tutto questo e molto di più, è passione, allenamento, divertimento, non è rimanere nude davanti a un pubblico. C’entra con l’autostima e la vittoria sulla paura di non andare bene così come si è, sull’acquisto di consapevolezza.

Daniela Manicchio, in arte Katy Rose, 47 anni, impiegata di Mariano Comense lo racconta con entusiasmo: «Ho scoperto il burlesque per caso e per curiosità. Non volevo iscrivermi a un corso di coppia e, quando mi hanno proposto di provare e vedere se era nelle mie corde, ho accettato senza indugio. Di questa disciplina mi è fatto innamorare tutto. È un mondo fatto di lustrini che permette a ogni donna di esprimere e prendere consapevolezza della propria femminilità , senza doversi sempre preoccupare del giudizio delle persone. Mi ha aiutata a piacermi di più, a vedermi anche in maniera diversa. Katy Rose è Daniela con quel pizzico di sana follia che aiuta a vivere meglio e a superare ogni ostacolo».

Daniela lo vuole sottolineare. «Il burlesque mi ha insegnato ad andare oltre le apparenze. Troppe volte noi donne veniamo giudicate per come siamo fisicamente, sembra ci vengano richiesti parametri da rispettare, altrimenti si viene derise o lasciate in disparte. Ma chi lo stabilisce? Non siamo “pezzi “ di una produzione standard, non possiamo essere tutte delle modelle, ma tutte possiamo essere padrone della passerella della nostra vita».

Cristina Basilio sul palcoscenici del burlesque è Gold Gillian. Canturina, 33 anni di Cantù, insegna pilates e burlesque per diverse associazioni tra Como e Milano, ma soprattutto nella sua scuola di danza la New Clarydance A.S.D. di Giussano.

«Ho creato da qualche anno il collettivo di artisti Burlesque Experience e principalmente mi occupo insieme a loro di diffondere quest’arte. Appassionata di ballo fin da piccola in un noto programma televisivo mi capitò di vedere l’esibizione di una burlesque queen e ne rimasi davvero affascinata. Amo raccontare di essere stata attratta principalmente da tutti quegli strass, dalle paillettes, dalle piume e dai meravigliosi tacchi alti. Dentro di me ho pensato “Vorrei avere tutti quei vestiti”. Ma la verità è che la me ancora ragazzina aveva visto in quella donna sicurezza ed eleganza, sfrontatezza e armonia, il suo charme aveva bucato lo schermo della televisione e mi aveva raggiunta».

Aumenta l’autostima

Il burlesque per Cristina è un percorso alla scoperta e all’accettazione di se stessi. «L’ho sperimentato in prima persona, ma lo rivedo in ogni ragazza che passa dai miei corsi. Frequentare un corso di burlesque aumenta sicuramente l’autostima, oltre alla femminilità e alla grazia e crea anche legami che a volte durano per la vita».

È un’arte inclusiva. «Tutti possono iniziare a fare burlesque. Non ci sono solo taglie 40, non ci sono solo ragazze alte, non ci sono solo ventenni e nemmeno solo donne a dire il vero. A lezione non si impara solo a togliere un guanto, ma a camminare a testa alta e a sorridere a noi stesse che ci guardiamo attraverso lo specchio e a volerci un po’ più di bene per come siamo fatte. Ovviamente molte volte il burlesque viene visto ancora in malo modo per il solo fatto che ci si tolga dei vestiti (in fondo lo striptease è parte integrante della performance, non l’unica) , ma negli ultimi anni sempre più uomini, ma soprattutto donne, apprezzano uno spettacolo e ne diventano grandi ammiratori. Vedere tanta sicurezza su un palco non può che essere di grande esempio e stimolo. Prendetevi del tempo per voi, riscoprite o approfondite la sensualità del vostro corpo. Accettatevi e al mattino sorridete al vostro riflesso. Trovate quella passione che vi faccia sentire liberi di essere la persona che volete sempre e comunque».

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