Le mie “trappole” d’amore per la natura: un profilo Instagram per raccontare la natura selvaggia del lago di Como

La storia Nicolò, 13 anni e una grande passione: le riprese “rubate” nei boschi che pubblica sulla pagina instagram wildcomo

C’è il rischio – molte volte – di considerare i più giovani soltanto come dipendenti dallo smartphone, andando di fatto a stigmatizzare l’uso della Rete e, nello specifico, dei social. Che tutto questo sia (nella maggior parte dei casi) un grande errore ce lo spiega proprio uno di loro: ha appena 13 anni Nicolò Biundo, l’inventore dell’affascinante pagina Instagram “wildcomo”.

Sì, proprio così: affascinante. Come, del resto lo è la natura “intrappolata” dalle riprese del giovane fotonaturalista comasco. Brevi video che mostrano la varietà della fauna del Lago di Como: il Lario, insomma - ci spiega lui stesso - «non è frequentato solo da vip», come li intendiamo noi, ma c’è tutto un «lato selvaggio di questa bellissima zona» da scoprire e amare.

Una curiosa passione che Nicolò ora vuole condividere con tutti gli appassionati, innanzitutto, ma anche con gli utenti del Web che avranno l’occasione di imbattersi in uno dei suoi post social. «Instagram mi è parso fin da subito il mezzo migliore per pubblicare brevi spezzoni delle riprese che faccio con la mia fototrappola mimetica». Una scatolina, quasi invisibile, che il giovane comasco si è fatto regalare per Natale: legata attorno a un albero nell’area scelta, si attiva da sola con il movimento. È piccola, praticamente invisibile, ma riesce a registrare immagini a dir poco stupende.

L’emozione della sorpresa

«Osservare le abitudini degli animali è il mio passatempo», sottolinea Nicolò, che – manco a dirlo – nel tempo libero divora libri a tema. «Prima di posizionare la fototrappola (finora collocata nell’area di San Donato, tra la città e Brunate, ma anche in Valle Intelvi), individuo il posto migliore, basandomi sulle impronte che trovo sul suolo e su altri indizi che mi permettono di capire che, nella zona, c’è normalmente movimento». Ha solo 13 anni, ma ha già assimilato molti dei trucchi del mestiere dei migliori fotoreporter delle riviste del settore.

«Quando, dopo una decina di giorni, scarico sul computer i filmati, è sempre una grande emozione perché non so mai cosa aspettarmi». Una volta i cinghiali, un’altra il muflone («una creatura elegantissima, dalle corna stupende, a forma di chiocciola»), un’altra ancora i cervi, come si può constatare direttamente dai video sul canale @wildcomo. I primi, in particolare, «ho notato che vengono spesso sottovalutati: sono animali intelligenti, furbi, e sanno adattarsi bene all’uomo», com’è evidente – peraltro – in molte zone d’Italia prese d’assalto da questi mammiferi.

A tal proposito, Nicolò non può che affermare che «la situazione è sfuggita di mano. Ormai sono come i piccioni, sono presenti ovunque, e non è certo un buon segno». A prescindere dai danni noti a tutti, «già si vedono specie “a pois”: è un aspetto molto negativo, vuol dire che il cinghiale si è ibridato con i maiali ed è ora in grado di riprodursi molto di più», dando vita a vere e proprie colonie.

In più, «la razza autoctona era di dimensioni nettamente inferiori rispetto ai cinghiali che siamo abituati a vedere in foto e che sono stati importati dall’Est Europa a scopo venatorio. Abituati, com’erano, a un clima rigido, qui da noi hanno trovato terreno fertile – è il caso di dirlo – per riprodursi e hanno iniziato a proliferare».

Accanto alla crescita esponenziale dei cinghiali, c’è da considerare anche la rapida espansione «del lupo. In futuro, aspiro a riprendere anche lui: è un animale che mi affascina molto, tanto che non mi spiacerebbe fare l’elaborato per l’Esame di terza media su questo tema». Già, perché Nicolò, pur avendo già accumulato una cultura naturalistica di tutto rispetto, ancora non ha fatto il “grande salto” alle scuole Superiori. «A settembre inizierò il liceo scientifico delle scienze applicate: spero, nel corso dei cinque anni, di poter approfondire ancor di più questa passione. Per il dopo, ancora, non mi spiacerebbe diventare veterinario oppure guardia forestale».

I danni della siccità

Possiamo dire che, in Nicolò, la passione per gli animali c’è sempre stata, fin da bambino. «Ricordo quando, da piccolissimo, rimasi estasiato tra le brune alpine nella stalla oppure quando convinsi mia nonna a fare un pollaio. Mi sono fatto regalare un’incubatrice (e ora ne ho anche un’altra più evoluta) per i pulcini». Un interesse davvero bello, che porta il giovane comasco a stare tanto, tantissimo a contatto con la natura e a rispettarla, specialmente in un periodo critico come questo.

«La siccità sta gravemente danneggiando l’ambiente che ci circonda ed è triste vedere il nostro territorio in sofferenza. Gli animali, però, come da sempre nella storia della Terra, se non si estinguono, riescono ad adattarsi anche alle condizioni più estreme: come diceva Darwin, non vince il più forte, ma chi si adatta meglio».

Uno degli obiettivi di Nicolò è spingere i propri followers a rivalutare la fauna, spesse volte additata come insieme di creature ferine, aggressive all’inverosimile. «Nulla di tutto ciò. Non è vero che gli animali sono sempre pronti ad attaccare: al contrario, la loro reazione di difesa è fuggire, nella maggior parte dei casi. Aggrediscono l’essere umano solo se si sentono minacciati. Diciamo, insomma, che le bestie crudeli ci sono solo nelle favole».

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