«Noi stiamo da una parte soltanto: quella del pianeta»

La storia Francesca e Maddalena, le gemelle di “Ultima generazione”: «Vernice sui palazzi? Attira l’attenzione sul tema»

Di clima nel 2023 si parla molto. Qualche anno fa eravamo soliti dire: «questi saranno gli effetti del cambiamento climatico tra dieci, quindici anni», oggi il verbo futuro è vietato. Quella sul cambiamento climatico è una narrazione che investe appieno il presente, riempiendo le pagine dei giornali e le homepage dei social. Ed è proprio stato questo flusso continuo di informazioni sul tema che ha portato le due gemelle comasche, Francesca e Maddalena Guaglione, ad avvicinarsi a una delle campagne di protesta contro il cambiamento climatico più contestate d’Italia: “Ultima generazione”. «Guardavo su Instagram le loro azioni - racconta Maddalena, la prima delle due gemelle ad avvicinarsi al gruppo ambientalista - e mi colpiva la loro tenacia». Una tenacia che costa molto cara agli attivisti di “Ultima generazione”: i loro imbrattamenti hanno scatenato fin dall’inizio un intenso dibattito sul metodo scelto per parlare di cambiamento climatico, fino all’apice raggiunto a inizio gennaio con l’azione contro la sede del Senato a Roma, sulla quale tre attivisti hanno gettato vernice arancione.

«Per la tesi mi è stato assegnato un tema: il cambiamento climatico e le sfide etiche e politiche dell’uomo nei confronti del clima. Ragionando su quei problemi mi sono appassionata, ben oltre l’impegno richiesto»

«Sono azioni che non suscitano simpatie, perché l’intento non è quello di stare simpatici - sostiene Maddalena - Si vuole creare un fastidio sistematico che porti chi è al governo a prendere delle decisioni effettive».

Ma Francesca specifica che tutto viene fatto nel rispetto della non violenza: «È una forma di disobbedienza civile non violenta: al Senato è stata usata una vernice arancione lavabile, l’obiettivo naturalmente non era rovinare un edificio, ma lanciare un segnale chiaro a chi dentro a quell’edificio lavora e non ascolta il grido d’allarme sul clima». Ma facciamo un passo indietro, perché la storia delle gemelle comasche aiuta a capire un po’ meglio un fenomeno quantomai attuale: l’adesione massiccia di un’intera generazione a una lotta per il futuro del pianeta. Per le gemelle Guaglione tutto inizia con una tesi triennale scritta da Maddalena al termine del suo percorso di studi in filosofia: «Mi era stato assegnato un tema: il cambiamento climatico e le sfide etiche e politiche dell’uomo nei confronti del clima. Ragionando su quei problemi mi sono appassionata, ben oltre l’impegno richiesto dalla tesi e ho deciso di dedicare i miei studi successivi al clima. Così sono andata a Losanna e mi sono iscritta a un master sui cambiamenti climatici e l’ambiente, analizzati da un punto di vista sociologico, economico e filosofico. Essere sempre immersa in questo dibattito mi ha portata a sentire un’esigenza radicale: partecipare attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Ecco, è iniziata così». E da lì un’estate di riflessione, poi un serrato confronto con le persone vicine, perché, anche se il supporto non è mancato, la fatica nello spiegare i metodi di protesta di Ultima Generazione si è fatta sentire. Non con la sorella però, che si è fatta subito coinvolgere.

«In ogni caso, il cambiamento climatico c’entra anche con quello che studio: la giustizia. Anzi, sono convinta che l’ingiustizia climatica sia un’espressione dell’ingiustizia in generale perché gli squilibri causati dal cambiamento climatico sono il prodotto di un sistema squilibrato e iniquo»

Studentessa di giurisprudenza, Francesca si definisce un «prodotto delle campagne di protesta», raccontando come queste siano riuscite a fare presa anche su di lei, che a differenza della gemella non è quotidianamente a contatto con questi temi. Mentre Maddalena per “Ultima generazione” si occupa di elaborare strategie per raccogliere fondi che coprano le spese delle azioni, Francesca è impegnata sui social del movimento: «In ogni caso, il cambiamento climatico c’entra anche con quello che studio - specifica - con la giustizia. Anzi, sono convinta che l’ingiustizia climatica sia un’espressione dell’ingiustizia in generale perché gli squilibri causati dal cambiamento climatico sono il prodotto di un sistema squilibrato e iniquo».

L’ultima spiaggia

E anche sulle modalità di gestione della campagna di protesta portate avanti da “Ultima generazione” e ampiamente criticate da diversi ambiti, sia all’interno della politica che tra i cittadini, le due gemelle non hanno molti dubbi: «Cos’altro resta da fare? - chiedono entrambe - Vista la lunga storia delle istanze sul clima avanzate e non raccolte, adesso si opta per suscitare irritazione soprattutto nelle istituzioni. È il metodo più efficace, nuovo e concreto per ottenere attenzione e, si spera, risultati in termini di politiche sul clima. Una protesta non è mai comoda». Sull’ipotesi che le proteste possano raggiungere anche Como invece i dubbi abbondano e infatti entrambe le gemelle difendono la strategia di “Ultima generazione”, che agisce soprattutto a livello nazionale: «Como è un terreno un po’ arido sotto questo aspetto - commentano - E poi è giusto affrontare il problema da una prospettiva nazionale, facendo attenzione a non addossare responsabilità eccessive ai singoli: se per esempio chi vive in un determinato territorio non ha altra scelta che usare la macchina a causa di un servizio di trasporto pubblico inefficace, non gliene si può fare una colpa. Servono politiche attive sul clima, ci deve pensare chi è al potere».

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