Soldi a scuola: un piano comasco contro la dispersione

Istruzione Dal Pnrr un milione e mezzo agli istituti superiori della provincia. Dalla web radio ai rapporti con il Terzo settore, sono tanti i progetti da finanziare. Come nel caso del “Caio Plinio”

Obiettivo: migliorare l’apprendimento degli studenti e combattere la dispersione scolastico. Con questo fine, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato parecchie risorse agli istituti comaschi e italiani. I finanziamenti arrivano dopo una prima fase dedicata all’edilizia scolastica e agli avvisi per gli enti locali. Nello specifico, partendo dal capoluogo, riceveranno circa 238mila euro il Pessina, quasi 223mila euro la Da Vinci Ripamonti e più di 183mila euro il Caio Plinio. In totale: oltre 642mila euro. Uscendo dal capoluogo, l’istituto comprensivo Cantù 3 riceverà 104mila euro, il Romagnosi di Erba 170mila, l’istituto comprensivo di Fino Mornasco 92690 euro, Menaggio 137657 euro, l’istituto comprensivo Pirovano di Merone 81104 euro, l’istituto comprensivo di Mozzate 96488 euro e l’istituto comprensivo di Porlezza 108341 euro. In totale, sul Comasco, si arriva a un milione 434mila euro. In tutta la Lombardia, si superano invece i 57 milioni e 660mila euro.

«Come scuola – spiega Silvana Campisano, preside del Caio Plinio - da diverso tempo partecipiamo ai vari progetti e piani formativi promossi sul tema e, dall’altra parte, accogliamo un numero importante di ragazzi in arrivo da altre scuole, licei compresi, dove sono stati bocciati o hanno interrotto il loro percorso». Accanto a questo i risultati scolastici del Caio sono stati soddisfacenti: alla maturità 2022, per esempio, sono arrivati 16 “cento”, di cui due con la lode, confermando i numeri dello scorso anno.

Una sfida da raccogliere insieme

Il confronto sui progetti da realizzare con le risorse è cominciato in collegio docenti e proseguirà in consiglio d’istituto. «Lavoreremo innanzitutto sull’informazione e sulla sensibilizzazione della componente scolastica – continua la dirigente – poi costituiremo un gruppo di lavoro. Saranno ascoltati gli studenti e ci sarà una forte interazione col terzo settore. Ci piacerebbe potenziare la web radio. In ogni caso, quella della lotta alla dispersione è una sfida, da condurre insieme e in maniera sistemica».

Inoltre, per la dirigente dell’istituto di via Italia Libera, «la vera sfida è modificare la didattica, più rispondente ai ragazzi di oggi. Promuovere, cioè, sia al serale sia al diurno, l’impegno personale e l’autonomia, ma riducendo la “competizione” e, allo stesso tempo, sapendo accogliere e valorizzare le persone con le loro fragilità e differenze». I progetti partiranno con il prossimo anno scolastico e avranno durata biennale. A questo primo passo faranno seguito altre due tranche di finanziamento, la prima dedicata a favorire l’acquisizione di un diploma ai giovani, anche tra i 18 e i 24 anni, che hanno abbandonato precocemente gli studi, mentre con la seconda saranno attivati progetti per il potenziamento delle competenze di base per superare i divari territoriali.

Stando alle linee guida del Miur, le azioni delle scuole «dovranno favorire sinergie, collaborazioni sistematiche e continuative e coinvolgere tutta la comunità educante, comprese le famiglie e il terzo settore». Le attività non dovranno essere circoscritte all’offerta curricolare. Centrale, nella definizione degli interventi, sarà l’orientamento.

Sulla carta, all’interno di ciascuna scuola è prevista «la costituzione di un team composto da docenti e tutor esperti» per individuare «gli studenti a maggior rischio di abbandono» e per supportare «la progettazione e la gestione degli interventi». Gli istituti avranno a disposizione anche gruppi di supporto attivati nei provveditorati regionali, le équipe formative territoriali e la “task force scuole” per assicurare il supporto tecnico amministrativo, la raccolta di dati e il monitoraggio delle attività.

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