«Un Natale di solidarietà, ma questa crisi va assunta con impegno»: le parole del vescovo di Como a Diogene

L’intervistaIl Cardinale Oscar Cantoni: «Volontari meravigliosi, ma manca una rete»

È un Natale diverso, quello di quest’anno. Più difficile, per molti più amaro, nel quale il vento della crisi soffia più forte che mai. Una crisi economica che non deve, però, diventare una crisi di relazioni e di solidarietà. L’ultimo numero di Diogene prima di Natale, è dedicato proprio alla solidarietà: quella auspicata, raccontata, desiderata dal cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como, che ha dedicato una lunga intervista a Diogene per parlare di volontariato; quella ereditata da chi ha conosciuto, abbracciato, collaborato con lo stile di accoglienza di don Roberto Malgesini; quella sperimentata da numerosi gruppi spontanei, che dallo scoppio della guerra in Ucraina non hanno mai fatto mancare il loro aiuto. Un numero di Diogene che prova a coniugare la parola solidarietà in modi molto diversi e che si apre con una lunga chiacchierata con monsignor Cantoni. Il quale pur dicendosi commosso dalla voglia di bene e di altruismo dei comaschi, non manca di osservare come purtroppo manchi una rete che unisca le tantissime realtà di volontariato, per offrire un coordinamento e per trasformare lo sforzo dei singoli in un’opera comune e condivisa.

Ovviamente il vescovo di Como ricorda anche don Roberto Malgesini, il suo “stile”, e sottolinea come solidarietà non è «avvicinare tutti amabilmente senza giudicare nessuno, accoglierli nella loro individualità ma anche nei problemi che avevano, senza mai arrivare a dire tu sei estraneo, tu sei escluso, tu non c’entri, prima noi. Don Roberto accoglieva chiunque, e diventava solidale anche con chi gli era contro».

Questo Natale così diverso, così denso di difficoltà, così complicato è anche un’occasione: «Questa crisi - raccomanda monsignor Cantoni - va assunta con impegno. Non si può uscirne con soluzioni evanescenti, quasi scappando e facendo finta che non ci sia, tanto è Natale. Questo tempo di crisi è un’occasione per imparare ad abitare la solitudine, innanzitutto, e attivare la capacità di pensare. La ricerca del senso della vita, nella crisi, si acuisce». E il senso della vita che raccontiamo in queste pagine si traduce in una parola: solidarietà.

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