Ecco come si calcola il prezzo sui due lati del confine

Approfondimento Il dibattito politico si è infiammato in Italia sulle cosiddette accise. Ma anche in Svizzera circa la metà dei costi alla pompa è legato all’erario

Il livello del Reno e la ricostruzione di un terremoto lontano negli anni. Sono due fattori che incidono, in modo molto differente, nella composizione del prezzo della benzina rispettivamente in Svizzera e in Italia. Due immagini che pur nella loro distanza ci aiutano a entrare nel tema per poi superare le pericolose semplificazioni. Un tema che diventa più interessante che mai dopo che il periodo pandemico ha visto scombussolato anche il principio scolpito in apparenza nel tempo: ovvero la convenienza per gli italiani a fare rifornimento oltre confine.

La procedura

Avenergy Suisse, associazione che riunisce gli importatori svizzeri dei prodotti petroliferi, dipinge così la composizione. Un piccolo inciso prima. Intenso è il dibattito in Svizzera anche su un calcolatore dei prezzi dei carburanti, strumento che stazione prima menzionata giudica un grande sforzo per un’utilità discutibile. Questo perché -a suo dire - una trasparenza dei prezzi oggi esisterebbe già.

Comunque, tre sono i blocchi principali che contribuiscono a definire il prezzo del carburante. I primi sono i costi di approvvigionamento sul mercato internazionale del petrolio. Ci sono i costi di raffinazione che sono affrontati nella confederazione come all’estero. Oltre alla situazione politica, economica del contesto e alla stessa stagione, influisce anche la valuta, poiché parliamo di prodotti venduti in dollari, quindi legati alla fluttuazione della valuta.

Poi ci sono i costi di distribuzione all’interno della confederazione. Dentro dobbiamo valutare elementi come lo stoccaggio e il trasporto, il marketing e i salari, tutto ciò che a che fare con questo segmento.

Circa la metà del prezzo, tuttavia, è determinato dalle tasse statali. Queste comprendono la tassa e la sovrattassa sugli oli minerali, l’Iva e dazi. Queste aumentano il prezzo di circa 77 centesimi al litro. Un carico fiscale che rientra in questo fronte è rappresentato dagli oneri assunti dagli importatori e dai produttori nel quadro degli obblighi delle compensazioni sull’emissione di CO2, in vigore dal gennaio 2013.

Corso d’acqua

Però torniamo all’immagine suggestiva dell’inizio: che cosa c’entra il Reno? Con il capitolo dei costi di trasporto, infatti circa la metà dei carburanti sono importati attraverso questa via di comunicazione e un livello di acqua troppo basso può condurre ad esempio a un aumento dei prezzi. Ecco perché pur avendola definita un’immagine suggestiva, è un elemento molto concreto che va a influire sul prezzo della benzina per gli svizzeri.

L’altro versante

In Italia, invece la parola magica anzi stregata è accise. Bisogna tuttavia fare prestare molta attenzione a non cadere nella trappola. Fa scena parlare dell’elenco di accise, arrivato fino a quota 19 tuttavia non è più così, non sono cioè distinte.

L’accisa è una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo: introdotta fin dagli anni ‘30 per fronteggiare emergenze dovute a disastri naturali e conflitti. Si andava dalla guerra in Etiopia alla crisi di Suez vent’anni dopo, arrivando poi al disastro del Vajont alle ricostruzioni di sismi come in Belice o Friuli o ancora l’alluvione di Firenze. Nel nuovo millennio sono entrati ulteriori elementi come i rinnovi di contratti, acquisto di mezzi ecologici, gestione degli immigrati dopo la crisi libica o finanziamento alla cultura. Un universo decisamente vario.

Nel 1995, le diverse accise sono state riunite in un’unica imposta indifferenziata a favore del bilancio statale complessivamente (quasi 24 miliardi di euro nel 2021). Per fare un esempio, nell’ultima rilevazione del ministero il 16 gennaio 2023, la benzina a 1.813,58 euro è ripartita in 728,40 (accisa), 327,04 (Iva) e 758,14 (netto).

Insomma, oltre al costo della materia prima, su ogni litro di benzina e gasolio incide un margine lordo, che include tutti gli oneri relativi ai passaggi della filiera dalla raffinazione alla distribuzione. Il prezzo finale esprime una parte fiscale, costituita da accise e Iva, che grava per il 58,2% sul prezzo di un litro di benzina. Circa l’8% in più rispetto a quanto accade in Svizzera.

La battaglia accise ha tenuto banco anche nell’attuale governo, come fin troppo evidente dalle cronache che stanno riempendo le pagine proprio in questi giorni. Nel 2022 la riduzione delle imposte sui carburanti era stata attuata dl governo Draghi ed è costata, a partire da marzo, circa un miliardo di euro al mese. Si era affrontata soprattutto grazie all’extragettito assicurato dagli aumenti del prezzo dei carburanti. Adesso la situazione sembra essere mutata e il nuovo governo ha pensato di destinare questi soldi ad altre forme di aiuto. E il dibattito, si è spostato dal mondo finanziario a quello politico.

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