«Il Ticino non pede abitanti ma ci servono investimenti»

Intervista con Eolo Alberti, sindaco di Bioggio e presidente della Conferenza dei primi cittadini del Malcantone. «Ci si allontana per ragioni di studio, ma tanti tornano per aprire un’attività in proprio. Più attenzione ai trasporti»

I residenti ticinesi sopra quota 352 mila rappresentano un segnale incoraggiante dentro la raffica di notizie che hanno investito negli ultimi tempi il Canton Ticino, con (annessi) titoloni roboanti del tipo “Ticino fanalino di coda per gli stipendi” o “L’inflazione fa balzare il Ticino in testa alla graduatoria svizzera”. I numeri dicono che comunque il Cantone di confine è riuscito a resistere alla “fuga” verso i Cantoni a nord del Gottardo e, non da ultimo, verso l’Italia, grazie anche - ed è questa la prima domanda che giriamo a Eolo Alberti, sindaco di Bioggio, deputato in Gran Consiglio nonché presidente della Conferenza dei sindaci del Malcantone - alla presenza sempre più corposa di cittadini stranieri.

E’ una chiave di lettura corretta?

«Rispondo dicendo che questa chiave di lettura non riguarda unicamente il Ticino, ma le dinamiche di un po’ tutta l’Europa. Non ho visto, scorrendo i numeri, un calo demografico marcato che ha anticipato questa crescita. Ci sono momenti in cui - negli ultimi 25 anni - la popolazione è diminuita e poi, periodicamente, è tornata a crescere. In questi ultimi anni - parlo del Comune di cui sono sindaco, Bioggio - posso confermare una leggera, ma costante crescita del numero di residenti. Da capire cosa accadrà a seguito del conflitto ucraino, soprattutto legata alle decisioni sul rispettivo futuro che assumeranno tanti giovani».

A proposito dei quali si parla da tempo di “fuga” (concetto utilizzato poc’anzi) dal Ticino verso i Cantoni a nord del Gottardo. Com’è oggi la situazione vista dal suo Municipio?

«A nord del Gottardo - in primis nella Svizzera tedesca - si è pagati molto meglio rispetto al Ticino. Lo confermo. E’ altrettanto vero che chi parte dal Ticino lo fa inizialmente per motivi di studio. Poi in tanti si fermano oltre Gottardo perché si hanno più possibilità di crescita professionale, anche a fronte di tante grandi aziende presenti in quei territori. Ho dei cugini che sono andati a studiare nei Cantoni francesi e tedeschi e lì hanno deciso di vivere e sposarsi. Tornano in Ticino nei fine settimana. Tra i giovani c’è però anche chi torna poi verso il Ticino per iniziare un’attività propria. Chi inizia a lavorare qui, per contro, difficilmente poi si trasferisce oltre Gottardo. Stiamo parlando di situazioni diverse tra loro, dunque».

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