L’inverno degli alberghi in Svizzer: «Fatturato in aumento per due aziende su tre»

Il report Lo afferma HotellerieSuisse, che rappresenta il 75% degli operatori. Previsioni incoraggianti anche per l’estate, nonostante l’aumento dei prezzi

Stando ad un dettagliato sondaggio firmato HotellerieSuisse e condotto tra 180 strutture ricettive associate, nella stagione (turistica) invernale da poco conclusa, quasi due terzi delle aziende intervistate ha aumentato il proprio fatturato rispetto alla stagione precedente.

Ma non è tutto perché anche le previsioni per l’estate sono improntate all’ottimismo. HotellerieSuisse con i suoi 3 mila associati circa rappresenta il 75% di tutti i pernottamenti del ramo alberghiero svizzero.

L’inflazione

«La maggior parte delle aziende prevede attualmente un fatturato uguale o superiore a quello dell’anno scorso, che aveva già raggiunto il livello pre-crisi. Oltre alla carenza di personale specializzato, la sfida è rappresentata dalla persistente inflazione, motivo per cui molte aziende aumentano i prezzi», si legge nel report, ricordando che di fatto la stagione invernale 2022/23 è stata la prima dall’inizio della pandemia senza le restrizioni dovute al Covid.

Quanto all’aumento del fatturato, i segnali più incoraggianti sono giunti dalle città, particolarmente colpite dalla crisi e che hanno così dimostrato “sul campo” un notevole recupero. «Se si confrontano le cifre d’affari con l’ultima stagione invernale prima della crisi (2018/2019), oltre il 70% delle aziende ha realizzato un fatturato maggiore o uguale. Solo il 23% ha un fatturato inferiore», si legge nel report targato HotellerieSuisse.

Nel contempo, per la stagione estiva - ed in particolare per i mesi clou dell’estate - sono in netta maggioranza le aziende che prevedono un fatturato superiore a quello stimato un anno fa in questo stesso periodo. Complessivamente, il 38% delle aziende prevede un fatturato più elevato, mentre il 48% prevede un fatturato uguale a quello del 2022. In tutte le regioni turistiche il livello pre-crisi è già stato raggiunto nell’estate 2022. Da rimarcare per l’anno in corso anche un altro aspetto di rilievo, legato al fatto che «tre quarti delle aziende ha aumentato i prezzi rispetto all’anno precedente». «Questa percentuale è leggermente più elevata nelle città e nelle zone rurali - viene evidenziato nel report -. Solo una piccolissima minoranza ha ridotto i prezzi rispetto all’anno precedente. Con l’81%, la maggior parte delle aziende giustifica gli aumenti dei prezzi con l’inflazione in generale. Anche l’aumento dei costi dell’energia e del personale viene spesso citato come causa».

A proposito di costi energetici, gran parte delle aziende intervistate ha implementato le misure di risparmio energetico. «La priorità è stata data alle misure semplici da attuare e a basso costo, come ad esempio l’ottimizzazione dell’uso della luce e del riscaldamento. Il tema è stato ampiamente trattato sui media (e via social), gli ospiti erano pertanto sensibilizzati e hanno accettato le misure per lo più senza commenti o di buongrado», ha rimarcato HotellerieSuisse.

Manodopera

Quanto alla principale sfida per la stagione estiva (e non solo) la quasi totalità delle aziende intervistate non ha avuto alcun dubbio nel ritenere che “la carenza di personale e di figure specializzate sia la sfida principale”, ricordando per i Cantoni di confine il ricorso - ormai sistematico - alla manodopera provenienti dai Paesi geograficamente collegati, come le nostre province (Como e Varese) in primis per il Ticino e così la provincia di Sondrio per i Grigioni.

Sul secondo e sul terzo gradino del podio - sempre alla voce priorità - figurano i prezzi dell’energia (citate poc’anzi) e l’inflazione sono al secondo e al terzo posto. «Per molte aziende, quindi, non è più la domanda la principale preoccupazione, bensì la disponibilità di personale sufficiente per soddisfarla. Infine, l’inflazione comprime i margini e costringe le imprese ad alzare i prezzi», l’ultima sottolineatura dell’interessante report.

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