Siccità, non c’è frontiera che tenga: «Anche il Ticino ha paura»

Clima Il sindaco di Breggia, sul confine con la provincia di Como, è stato il primo amministratore a lanciare l’allarme: «Ci affidiamo al buon senso dei cittadini per risparmiare acqua. Ma di questo passo diventerà un’emergenza»

Non c’è frontiera che tenga di fronte a un problema serio (soprattutto in prospettiva estiva) e purtroppo sempre più attuale come la siccità. E così il primo Comune ticinese a lanciare l’allarme per la rapidissima diminuzione della portata delle sorgenti confina con ben quattro Municipi del nostro territorio, vale a dire Cernobbio, Moltrasio, Schignano e Centro Valle Intelvi.

Il Comune in questione è Breggia e al sindaco Stefano Coduri, che siede sulla poltrona di primo cittadino dallo scorso 23 gennaio, è quasi fisiologico chiedere se questo problema potrebbe essere rubricato come transfrontaliero.

Lo è, signor sindaco?

Sì, senza alcuna ombra di dubbio. Nel dettaglio, Breggia fa parte del Mendrisiotto, nella parte a sud del Ticino, che geograficamente è l’area che più sta soffrendo per la mancanza di precipitazioni. Ben diverso è il discorso nelle Valli del Sopraceneri, che hanno un altro tipo di approvvigionamento idrico. E’ chiaro che la siccità, soprattutto per quel che concerne, le sorgenti non è un tema che si ferma al confine. La nostra è una situazione da monitorare costantemente.

Anche molti Comuni comaschi stanno convivendo ormai da mesi con questa eccezionale situazione legata a precipitazioni praticamente assenti, chiedendo alla politica un intervento diretto attraverso lo stanziamento di risorse ad hoc per prevedere iniziative finalizzate a tamponare l’emergenza, soprattutto nei mesi estivi. Come giudica questa richiesta?

Mi sembra un percorso istituzionalmente corretto quello seguito dai vostri Municipi. Anche sul nostro lato della frontiera dobbiamo immaginare iniziative per far sì che questa convivenza con la siccità possa essere la meno problematica possibile. Di fatto questo è il secondo anno consecutivo in cui il problema siccità si ripresenta. Nell’estate 2022 si parlava di situazione eccezionale. Ora però le regole d’ingaggio cambiano, perché di fatto temo che, come anticipato poc’anzi, dovremo convivere con questa situazione.

Eppure già in passato, scorrendo le cronache, il vocabolo “siccità” si era già affacciato nel panorama cantonale.

Proprio così. Personalmente, ho cominciato a sentir parlare di problemi di approvvigionamento idrico nel Mendrisiotto nel 1992. Sono passati 31 anni e non è che abbiamo fatto, in questo lungo lasso di tempo, grandi passi avanti.

L’emergenza siccità, come certifica il nostro invito ad un uso parsimonioso dell’acqua potabile, si è ripresentata anche quest’anno. Già allora, però, erano state fatte riflessioni serie finalizzate ad un progetto ambizioso ovvero prelevare l’acqua dal Ceresio in quel di Riva San Vitale. Un progetto che purtroppo non ha visto anche la luce. Pare ci vorranno ancora tre-quattro anni per vederlo completato.

Che fare dunque per tamponare questa emergenza?

Ha utilizzato la dizione corretta. In attesa di ciò che accadrà tra il 2026-2027, con il prelievo dell’acqua dal Ceresio, non possiamo che giocare in difesa. Al momento abbiamo preso delle misure a livello comunale, di cui anche il vostro giornale ha dato conto. Mi riferisco al divieto di utilizzo dell’acqua potabile per il lavaggio di veicoli, piazzali, strade e terrazze nonché per il riempimento delle piscine, sottolineando nel contempo che l’irrigazione di campi, prati o giardini potrà avvenire unicamente in maniera parsimoniosa (vale a dire attraverso piccoli quantitativi).

Basteranno queste contromisure?

Accanto a quelle sopra elencate, ci sono anche misure tra Comuni da porre in essere con l’aiuto del Cantone. Misure che fanno capo anche alla Protezione civile, che - lo ricordo - in Ticino è un organo cantonale. Cito una di queste misure ovvero la posa di condotte provvisorie per portare acqua alle zone più in difficoltà prelevandola da aree che ne contano una buona disponibilità. In questi giorni, c’è stato anche un appello da parte dell’Acquedotto regionale del Mendrisiotto ad un uso parsimonioso dell’acqua in un’ottica proprio di una solidarietà tra Municipi.

Esiste un problema connesso all’approvvigionamento idrico a favore di agricoltura e allevamento, ricordando che del Comune di Breggia fa parte anche la frazione di Scudellate, omologa della “nostra” Erbonne, ultimo avamposto intelvese collegato a Scudellate attraverso un ponte in legno che bypassa il fiume Breggia.

Nel nostro Comune la voce “agricoltura” non ha grossa rilevanza. Il problema semmai riguarda più la pastorizia nella parte alta della Valle. Di sicuro per l’agricoltura il problema sorge più nella parte bassa verso Stabio. Ricordando che nella nostra area geografica c’è una buona e qualificata presenza di vigneti, che inevitabilmente hanno bisogno di acqua. Il che significa che anche in questo contesto l’attenzione deve essere massima.

Potrebbe risultare utile un dialogo transfrontaliero per cercare di affrontare insieme un’emergenza ormai endemica come quella connessa alla siccità? Servirebbero soluzioni comuni?

Non conosco a fondo la realtà transfrontaliera. Il dato oggettivo è che il bacino imbrifero del fiume Breggia è ubicato a cavallo tra Svizzera e Italia. Noi peraltro abbiamo delle sorgenti che si trovano in territorio italiano, proprio in quella frazione di Erbonne che ha citato poc’anzi come dirimpettaia di Scudellate. Il Breggia dopo aver corso sul nostro territorio finisce nel lago di Como a Cernobbio. Questo per dire che esistono dinamiche comuni che nel tempo meriterebbero una riflessione comune - utilizzando la medesima dizione - sui due lati del confine.

Teme misure più drastiche qualora la pioggia non dovesse correre in soccorso di una situazione oggi obiettivamente difficile?

Il 2022 è stato un anno veramente eccezionale sul tema sensibile della siccità. Difficile dire cosa potrà accadere. Rimanendo così la situazione, temo possano concretizzarsi misure più incisive. Abbiamo registrato nel 2022 parecchie situazione critiche. Vedremo cosa accadrà. Certo è che senza pioggia rischiamo veramente un’estate all’insegna della piena emergenza, ricordando che l’obiettivo deve essere quello di garantire sempre e comunque l’erogazione di acqua potabile. Ritengo però questa un’occasione per trovare soluzione alternative per un certo tipo di approvvigionamento idrico. Esempio, per i giardini potrebbe essere “riciclata” l’acqua piovana”.

Sono ligi alle raccomandazioni i cittadini?

Direi proprio di sì. I problemi legati alla mancanza d’acqua sono sotto gli occhi di tutti. Lo scorso anno, abbiamo introdotto divieti tassativi. Quest’anno valuteremo il da farsi cammin facendo. Immaginiamo di lasciare un po’ più di spazio a chi ha orti, ad esempio. Non abbiamo mezzi di controllo sofisticati. Dobbiamo fare appello al buonsenso dei cittadini.

Su questo lato del confine, si è spesso parlato delle tariffe dell’acqua. L’allineamento alla normativa nazionale ha comportato in taluni casi un innalzamento dei prezzi. Com’è da voi la situazione?

C’è un regime entro il quale i Comuni possono fissare le tariffe esiste da tempo. E’ evidente che l’acqua è un bene primario e in un Comune vasto come il nostro - le certificano i quattro Municipi comaschi con cui confiniamo - le sole tasse d’uso non riescono a coprire i costi. Non mi sembra però che eventuali rincari sino ad oggi abbiano portato in dote particolari problemi.

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