Turismo invernale: «Il mercato italiano fa gola. Ma serve neve e personale»

La testimonianzaL’amministratore del Forni di Airolo guarda avanti: «Impossibile abbassare i prezzi, però alziamo l’asticella della qualità»

«Noi siamo pronti. Dal 1° dicembre (oggi per chi legge, ndr) riapriamo. Confidando nella neve».

La voce di Paolo Jelmini, amministratore dell’Hotel Forni di Airolo (20 camere, a due passi dalla stazione) è ferma. L’Hotel Forni è una storica struttura dell’Alta Leventina - che vanta una partnership con l’Hotel Spa & Internazionale di Bellinzona - ed anche per questo da qui può essere scattata un’istantanea sulla stagione sciistica ormai alle porte, ma anche sul tema della ricerca del personale, che al di qua del confine tiene banco da mesi.

Il meteo

«Siamo dipendenti in toto dalla neve. E a cavallo tra 2021 e 2022 ne abbiamo avuto conferma - l’incipit di Paolo Jelmini - Mettiamola così. Con la neve avremo un’ottima stagione, perché l’interesse per questa zona è sempre elevato. Senza neve sarà dura. Con la neve le proposte si moltiplicano. Insieme agli impianti, sempre gettonati in una stagione “normale” c’è la Val Bedretto che offre ciaspole, pelli di foca e altre attrattive in grado di riscuotere ampi consensi».

Come ricordato anche nell’intervista di copertina, Airolo è a un’ora e mezza d’auto da Como e nel difficile inverno a cavallo tra 2020 e 2021 - con i comprensori sciistici chiusi al di qua del confine - il Ticino insieme ai Grigioni ed al Vallese ha rappresentato un approdo importante, pur a fronte di numerose limitazioni (anche alle frontiere), per diversi sciatori italiani.

«La nostra zona è meta di turisti italiani anche in estate. E questo per le opportunità che la zona offre al di fuori dei mesi clou della stagione invernale. E’ chiaro che il franco forte non giova in queste dinamiche. Per questo cerchiamo di puntare in modo ancor più marcato sulla qualità, sfruttando sino in fondo “l’elemento paesaggio” - la chiosa di Paolo Jelmini - Abbiamo avviato una riflessione sulla possibilità di abbassare i prezzi, ma le attuali dinamiche non permetterebbero poi la quadratura dei conti. In questo momento, fortunatamente i costi energetici non stanno incidendo in modo rilevante. Non registriamo grossi aumenti. Il timore è che dal prossimo anno, per contro, questi rincari si facciano sentire in modo rilevante».

Problema comune

Il discorso vira su un tema che - come anticipato - da mesi su questo lato del confine è di stretta attualità, vale a dire la ricerca del personale, ricordando che - numeri alla mano - la Svizzera, nel segmento dell’hotellerie e della ristorazione, rappresenta storicamente un approdo sicuro per i nostri frontalieri, con il trend su base annua in costante crescita.

«Credo che quello del personale sia un tema sensibile non solo in Ticino, ma anche in tutta la Svizzera. E in generale rappresenti un problema comune a tutto il comparto, visto quel che sento e leggo che riguarda anche voi in Italia - la chiosa dell’amministratore dell’Hotel Forni -. E’ difficile trovare personale qualificato e aggiungo un dettaglio di grande interesse dentro questo tema e cioè che anche dall’Italia, contrariamente a quanto si pensi, sempre meno lavoratori pensano alla Svizzera almeno per quanto concerne l’hotellerie».

Dunque si attende anzitutto la neve, confidando che ai tradizionale clienti svizzeri - svizzero tedeschi in primis -, nonché tedeschi, ma anche - franco permettendo - italiani.

«La nostra è sicuramente una proposta attrattiva, che abbina allo sci anche escursioni con ciaspole, pelli di foca e quant’altro, come raccontavo poc’anzi. E’ chiaro che, essendo Airolo a un’ora e mezza d’auto da Como, i comaschi - e approfitto del vostro quotidiano - qui possono trovare tutto quello che cercano in fatto di accoglienza turistica e impianti sciistici. Confidiamo che dopo il Covid e un inverno praticamente senza neve, il filo del discorso anche con il vostro territorio possa essere riannodato».

Ma prima di tutto occorre che il meteo, in pieno inverno, faccia la sua parte.

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