La startup comasca Bremal mette le ali. Grazie alla spugnetta Spokj per pulire la macchina del caffè

Il percorso Francesco Brevi, di Lurate Caccivio ha fondato la sua Bremal per sviluppare prodotti igienici in ambito alimentare. «Idea nata osservando i movimenti dietro il bancone»

Come nascono le idee? Di notte – sostiene Francesco Brevi, co founder di Bremal, startup specializzata nella ricerca di soluzioni alternative in campo alimentare, igienico e ambientale a Lurate Caccivio – e nel mio caso dopo aver osservato il lavoro dietro il banco dei bar di tutta Italia».

Viaggia molto per lavoro Francesco Brevi, titolare di un’altra azienda in un campo del tutto diverso, «l’idea iniziale è nata guardando come viene pulita la lancia a vapore delle macchine per il caffé: sempre con degli straccetti utilizzati più volte. Ho pensato che ci volesse uno strumento specifico». Così è nata Spokj, la spugnetta solo apparentemente semplice.

Il progetto

«Prima abbiamo avuto l’idea – parla al plurale perché nella nuova startup è coinvolta anche la sua famiglia - abbiamo cominciato a fare dei campioncini prendendo delle spugne e unendole tra loro, poi abbiamo cercato chi potesse disegnare il prototipo, da questo abbiamo creato un campione stampato in 3D e infine abbiamo cercato in Italia un’azienda che potesse credere in questo prodotto e aiutarci nella produzione con gli stampi e l’incollaggio. Si è trattato di un percorso che ha richiesto, complessivamente, un anno e mezzo».

L’azienda l’hanno trovata, in Veneto, e ora Spokj è in produzione. La speciale spugna dedicata a chi prepara il caffé con le macchine bar è parzialmente coperta da un rivestimento termicamente isolante da calore e liquidi, saldamente afferrabile, maneggevole e facilmente lavabile sia a mano che in lavastoviglie, strizzabile con ritorno alla forma originale. Si può appoggiare sul piano di lavoro senza che vi sia contatto tra la spugna e la superficie d’appoggio perché è dotata di alette sporgenti. Il prodotto è certificato per il contatto alimentare e ha un foro passante per la dispersione batterica.

Sempre della stessa linea è stato sviluppato anche un panno realizzato con un rivestimento in gomma poliuretanica impermeabile per la pulizia di tutte quelle superfici che inevitabilmente vengono a contatto con il liquido delle bevande, quindi caffè, birra, latte e altro per una totale igienizzazione. Questa soluzione riduce la possibilità di incorrere in incidenti come bruciature, elimina i panni multiuso e limita la possibilità di contaminazione dei cibi, di incrostazioni e di presenza di germi sulle superfici.

Intanto altre idee sono affiorate sempre per migliorare con soluzioni alternative il settore dei servizi alimentari, sia da un punto di vista igienico, che funzionale.

La nuova linea si chiama Trukj ed è finalizzata all’ordine e minimizzazione degli sprechi nella postazione di lavoro. Serve ad aiutare il barista nell’ottimizzazione del suo lavoro. Realizzata in acciaio, è studiata per la pulizia della polvere di caffè che si deposita e si disperde sul banco di lavoro nelle operazioni di macinatura, raccoglie la polvere di caffè non riutilizzabile in un apposito cassetto.

C’è poi un copri tubo battifondo, adattabile e regolabile in lunghezza, necessario per garantire pulizia nel cassetto in cui viene smaltito il caffè già utilizzato.

Brevetto

Tutti i prodotti Bremal sono protetti da brevetto internazionale in 153 paesi, una scelta che ha comportato un costo complessivo di 100mila euro.

Oggi sono più di duemila i bar certificati che utilizzano i prodotti Bremal. In particolare è stata avviata una collaborazione con Illy. «Prima hanno studiato i nostri prodotti nel loro centro di ricerca interno all’azienda, poi lo hanno testato in alcuni bar del loro circuito infine hanno approvato i nostri strumenti: un percorso di selezione che ha richiesto sei mesi» spiega Francesco Brevi.

I bar che ricorrono ai prodotti Spokj e Trukj ricevono una certificazione che si fa garante di alcune procedure e strumenti che assicurano l’igene delle postazioni di lavoro. Sono diffusi soprattutto in Italia, ma crescono anche all’estero, in particolare in Germania, Slovenia, Olanda e Belgio. Uno a Londra e alcuni in Francia, Spagna e Grecia.

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