
Imprese e Lavoro / Como città
Lunedì 01 Agosto 2022
«Politiche attive, le risorse ci sono»
Intervista Michele Faioli, docente alla Cattolica: «Dal Pnrr arrivano cinque miliardi. Ora è fondamentale che tutte le Regioni diano attuazione ai progetti»

Per un pieno successo delle politiche attive per il lavoro agganciate al Pnrr «è necessario porre fine in Italia a un regionalismo differenziato e fare un patto serio fra Anpal e Regioni per far funzionare il programma Gol anche in Centro e in Sud Italia», afferma Michele Faioli, professore di diritto del lavoro in Università Cattolica e consigliere Cnel.
La legge di Bilancio del 2022 ha aperto la strada all’attuazione del Pnrr e alle attività per dar vita a nuovi programmi di formazione e riqualificazione, oltre che di sostegni all’Università e agli Its. In proposito è del 12 luglio la legge di riforma degli Its, gli Istituti tecnologici superiori post diploma per formare tecnici specializzati.
«Il Pnrr – afferma Faioli - ha tracciato la via che ora va percorsa in tempi rapidi. Per giovani e donne, soprattutto nel Sud Italia, fino ad oggi è stato fatto molto poco, ma ora la possibilità di recuperare c’è».
Professore, la crisi di Governo rischia di ritardare l’attuazione del Piano nuove competenze inserito nel Pnrr?
La missione 5 del Pnrr ha messo a disposizione quasi cinque miliardi redistribuiti per il programma Gol fra le Regioni italiane, che fra la primavera e l’estate di quest’anno hanno presentato all’Anpal i rispettivi piani di attuazione. Mi risulta che quasi tutte le Regioni lo hanno fatto e in particolare, al solito, le grandi regioni del Centro Nord sono già operative e hanno all’attivo le prime rendicontazioni secondo un meccanismo impostato e condiviso col Governo e che quindi sta già procedendo.
Di nuovo un’Italia a due velocità, dunque?
Alcune Regioni del Centro e Sud sono lente, non hanno ancora attivato il percorso e questo ovviamente è un male perché il Pnrr ha fra le finalità quella di mitigare le diseguaglianze anche nell’ambito delle politiche attive. Invece per le solite questioni delle diverse velocità fra Regioni efficienti e non efficienti si sta creando un effetto boomerang. Chi sapeva fare ha fatto e chi non sa fare continua a non fare. Non è un problema né europeo né di qualsiasi Governo, ma delle Regioni. In Emilia, Veneto e Lombardia il Piano per le politiche attive sta funzionando.
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