Casa di comunità a Como, ancora tutto fermo

Napoleona Avrebbe dovuto integrare la medicina territoriale ma a un anno dall’inaugurazione resta tanto da fare. Spata: «Abbiamo tagliato tanti nastri, ora dobbiamo riempire tutto di contenuti: e non abbiamo i medici»

Casa di comunità a Como, ancora tutto fermo
L’inaugurazione della casa di comunità a Como, un anno fa

Impossibile, senza capitale umano, aprire nuovi servizi per la salute.

Siamo una delle province italiane più in crisi per la mancanza di medici di famiglia, specialisti e infermieri, in un momento in cui il sistema sanitario locale sta cercando di correre per costruire nuove case e ospedali di comunità.

Le Case di comunità in particolare dovevano diventare dei centri per la medicina generale, con gruppi di medici di base pronti a rispondere ai bisogni dei cittadini. Ad oggi - ed è passato quasi un anno dall’inaugurazione della casa di comunità di via Napoleona - non è così, non è mai stato trovato l’accordo tra i professionisti e l’azienda.

«Abbiamo tagliato tanti nastri, ma dobbiamo ancora riempire tutto di contenuti – ragiona Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici di Como – ma riusciremo a farlo solo quando avremo a disposizione dei professionisti. Oggi in Lombardia ci sono mille ambiti scoperti tra i medici di medicina generale, una settantina nel Comasco, oltre a 40mila ore di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, da coprire. Infermieri e specialisti fuggono in Svizzera. Occorre prima investire sul capitale umano».

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