A Como si cercano medici a gettone in Pronto soccorso: la paga, per un turno di 12 ore, può arrivare fino a 1.350 euro

Il caso Anche in città società e cooperative cercano camici bianchi, soprattutto anestesisti. La testimonianza: «Viste le cifre, diversi colleghi stanno valutando queste possibilità»

Cooperative e società esterne cercano anche a Como medici e infermieri da inserire negli ospedali gettone, la paga arriva a 1.350 euro a turno.

Per esempio, Gap Med, una realtà in forte espansione, cerca in tutto il nord Italia specialisti di Pronto soccorso, neurologi e anestesisti, anche a Como. Stessa ricerca per infermieri specializzati in sala operatoria. I referenti della società spiegano che fino a marzo saranno al lavoro al Pronto soccorso di Menaggio, dove però hanno tutti i turni già occupati. Nell’attesa è subito pronta comunque una simile offerta di lavoro sempre in un reparto di emergenza urgenza, ad Alssandria, la proposta per 12 ore di giorno o di notte ammonta a 1.350 euro lordi. Sono 112 euro l’ora. Per accettare occorre non essere più dipendenti ospedalieri, ma passare alla libera professione.

A caccia di professionisti

Sempre Gap dice di avere già operato a Como, a Villa Aprica per i servizi di anestesiologia. Ma le collaborazioni nel portafoglio di questa società comprendono un lungo elenco di ospedali nelle vicine province. Anche il Fatebenefratelli di Erba per garantire l’apertura del Pronto soccorso fa ricorso alle coop, anche se con budget fuori mercato per l’ospedale. L’Asst Sette Laghi a Varese ha appena chiuso l’ennesimo bando alla disperata ricerca di personale per le sale operatorie.

Il Sant’Anna invece per il Pronto soccorso chiede dietro incentivi più turni ai dipendenti interni aventi titolo afferenti agli altri reparti. Certo per chi è rimasto in emergenza urgenza il clima è teso. A San Fermo lavorano a gettone pochi infermieri libero professionisti chiamati direttamente però dall’ex azienda ospedaliera, senza alcun tramite, cooperative o società esterne.

Paghe a confronto

Questi professionisti, formati per lavorare nella area critica, nella sala risveglio post operatoria coprono turni diurni da 12 ore per 35 euro all’ora. Sono 420 euro a turno. Può apparire tanto, ma in realtà è poco rispetto ai medici gettonisti in forze a molte cooperative attive nei presidi di Lecco come di Milano. Questi infermieri in parallelo lavorano anche fuori, in strutture private o nelle cure domiciliari.

«Realtà come Gap sono formate soprattutto da anestesisti - racconta Daniele Genco, giovane medico comasco referente del sindacato Aaroi-Emac, l’associazione anestesisti, rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica – perché la mancanza di colleghi è molto marcata, da anni. Dunque cercano di reclutare specialisti, anche tramite la promozione di corsi di formazione. La leva è la legge del mercato. Gli stipendi offerti da sistema sanitario nazionale sono bassi, fissi, invece tramite gettone si può guadagnare in ospedale a turno anche più di 1.350 euro. Diversi colleghi, stufi e stressati, stanno facendo questa scelta». Le società esterne hanno un loro margine nell’offrire il servizio agli ospedali.

«Attenzione però, è chiaro che gettoni così remunerativi strizzano l’occhio a chi sta pensando di lasciare gli ospedali – dice Cristina Mascheroni, presidente di Aaroi-Emac – nella libera professione però viene chiesto un costo per l’assicurazione, si diventa spesso soci di queste coop, finendo comunque a lavorare in reparti difficili e distanti, il più delle volte con scarsi controlli».

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