Coronavirus: i numeri veri
a marzo decessi +55%

Istat: i morti in 33 Comuni del Comasco e il confronto con il 2019 L’incremento è doppio rispetto ai dati ufficiali Covid

La reale portata dell’emergenza sanitaria che ci ha travolti ai primi di marzo, ovviamente, è tutta racchiusa nelle singole storie delle persone colpite dal coronavirus e dei sanitari che lottano per salvarli. Ma i numeri, i freddi numeri, dei decessi registrati in provincia, aiutano comunque a inquadrare la dimensione di ciò che stiamo vivendo. E sono numeri decisamente superiori rispetto a quelli ufficiali, i quali devono tenero conto ovviamente solo dei morti risultati positivi ai tamponi. Ma se al 28 marzo scorso quel dato dava conto di 65 decessi dovuti al virus in 33 comuni della nostra provincia, nell stesso periodo secondo l’Istat in quegli stessi Comuni i morti in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono stati 145.

I numeri

In quei 33 Comuni lariani (ovvero quelli di cui l’Istat è riuscita a elaborare i dati) si è registrato un incremento di decessi pari a ben il 55%.

Prendiamo la città di Como. Nelle prime quattro settimane di marzo dello scorso anno le persone residenti decedute erano state 70 (31 uomini e 39 donne). Negli stessi giorni del marzo dell’anno successivo sono state 111 (57 uomini e 54 donne, inversione di dato che conferma come il virus sia più aggressivo nei confronti della popolazione maschile) con un aumento di poco inferiore al 59%. Nello stesso periodo i decessi legati al Covid certificati erano stati 24. Tradotto l’incremento della mortalità è stata del 70% più alta di quella ufficiale legata al coronavirus.

Spesso abbiamo raccontato di come tantissime famiglie abbiano avuto un lutto in casa, senza che questo venisse inserito nei dati ufficiali in quanto non era stato praticato alcun tampone. L’Istat sembra confermare questa situazione. Portando alla luce una situazione ben più tragica (da qui l’esigenza di rispettare rigorosamente le regole imposte per prevenire i contagi) di quella finora formalizzata.

Ci sono realtà del nostro territorio - nell’elenco dei 33 Comuni presi in considerazione dall’Istat - che registrano incrementi clamorosi. È il caso di Sala Comacina, passata da zero decessi nel marzo 2019 a ben sette morti in quello di questo maledetto 2020. Anche Vertemate è passato da 0 a 5. Lipomo - dov’è stato intercettato anche il primo contagio in assoluto della provincia - ha registrato un incremento dei decessi del 450% (ovvero sono più che quadruplicati, come dimostrano i numeri assoluti passati da 2 a 11 lutti). Si dirà: piccoli comuni, dove le percentuali si alzano facilmente. E allora ecco il dato di Mariano Comense: morti più che raddoppiati, passati dai 10 del marzo dello scorso anno ai 32 di quello appena trascorso. Il caso Mariano, poi, balza agli occhi per via della differenza tra i dati Istat sui decessi e quelli legati ai morti da Covid: 22 morti in più per l'Istat, appena 4 morti per coronavirus per i dati ufficiali.

Le età

Nell’elenco dell’istituto di statistica mancano inoltre realtà particolarmente colpite dalla tragedia del viurs. In particolare Albese con Cassano, attualmente il quarto comune comasco per numero di contagi, oppure la Tremezzina, quinto comune della provincia per numero di decessi ufficiali da coronavirus.

Infine il dato sulle età delle vittime conferma come un’intera generazione stia pagando un prezzo altissimo in termini di vite a questa emergenza sanitaria. Praticamente tutti i dati legati alle persone con oltre 65 anni confermano incrementi anche dell’800% da un anno con l’altro.

Fin qui i numeri. Ma dietro ogni numero c’è una storia, un volto, un affetto di cui la statistica non può tenere conto.

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