«Così ho salvato i soldi dai finti bancari»

Centro Valle Una donna di Castiglione è sfuggita al raggiro: «Conoscevano esattamente il mio quadro economico. L’sms è arrivato dal numero dell’istituto di cui sono cliente. Il sospetto? La richiesta del bonifico su un altro conto»

«Io mi sono salvata, mi è andata bene, ma vi posso garantire che sembrava tutto vero, tremendamente reale». A parlare, raccontando la sua storia «sperando che possa servire ad aiutare altri cittadini a non essere truffati», è Francesca, 49 anni di Castiglione d’Intelvi, municipio del Comune di Centro Valle. Anche lei ha rischiato di finire nel giro delle vittime della banda che sta imperversando in questi giorni soprattutto sul lago ma non solo, con finti messaggi in arrivo dalla propria banca per convincere il malcapitato di turno a girare i risparmi su un secondo conto che ovviamente è quello dei truffatori. Soldi che inevitabilmente pochi attimi dopo scompaiono senza lasciare traccia.

La dinamica

A raccontarci la dinamica di questa truffa, che si sta ripetendo identica da più giorni (sono sette in appena 48 ore le denunce raccolte dai carabinieri della Compagnia di Menaggio per circa 30 mila euro spillati ai risparmiatori), è proprio la quarantanovenne di Como residente in Valle Intelvi.

«Prima di tutto voglio dire che la persona con cui ero al telefono conosceva perfettamente il mio quadro economico – dice – Sapeva quanti conti avevo e con che importi. Sembrava proprio un funzionario della mia filiale. Mi era arrivato in precedenza un sms dallo stesso numero che utilizzo e in cui la banca mi manda conferme in merito ai bonifici effettuati. Insomma, tutto era più che credibile. L’sms mi diceva che era in corso un tentativo di hackeraggio del mio conto e che per questo motivo avrei dovuto cliccare al link che indicavano. Non ho fatto nemmeno in tempo a farlo che mi ha contattato un uomo sul mio cellulare spacciandosi per un funzionario. Come ho detto sapeva tutto dei conti e di quanto c’era contenuto».

«Quell’uomo parlava molto velocemente, ma era anche molto gentile e calmo. Mi diceva che avevano cercato di entrare nel mio conto da Madrid, ero spaventata perché mi sembrava tutto molto vero, reale, temevo per i miei soldi»

La storia prosegue: «Quell’uomo parlava molto velocemente, ma era anche molto gentile e calmo. Mi diceva che avevano cercato di entrare nel mio conto da Madrid, ero spaventata perché mi sembrava tutto molto vero, reale, temevo per i miei soldi... Poi mi disse che c’era una soluzione, girare i contanti con un bonifico istantaneo su un altro conto della banca di cui mi avrebbe dato Iban e link».

E questo punto è avanzato il sospetto che non fosse una procedura ordinaria. «A me la cosa è iniziata a suonare strana. Non mi è sembrato normale che la banca utilizzasse quella metodologia senza pensare a risolvere a monte il problema degli hackeraggi. Ho provato ad attaccare il telefono, per contattare la filiale e chiedere, ma quell’uomo continuava a parlare e non mi dava la possibilità di farlo. Anche quando ho attaccato, continuava a chiamarmi».

«Alla fine sono riuscita a parlare con la banca dove ho scoperto il raggiro. Ho anche, a questo punto, provato a richiamare io quel finto funzionario ma nessuno mi ha più risposto. Dalla banca mi hanno confermato che questo problema c’è e che va avanti da un po’ di tempo» ha aggiunto la donna. La cosa che lascia interdetta la quarantanovenne è però quella con cui ha iniziato il discorso: «Sapevano tutto di me e dei miei conti, e il messaggio ricevuto arrivava dall’sms che viene utilizzato dalla banca per i bonifici».

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