Dopo il voto c’è tensione in Fratelli d’Italia a Como. Molinari non passa: «Hanno fatto votare altri. Ma resto»

Il giorno dopo «Da Cantaluppi, Zauli e Tufano sostegno a Dotti. Torno coordinatore del partito». Turba (Lega): «Ho fatto poca campagna». Sassi (con Moratti): «Penalizzati dal sistema elettorale»

Il numero uno provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, resta fuori dal consiglio regionale essendosi piazzato al secondo posto dopo Anna Dotti, sindaco di Argegno. Un risultato che sta creando subbuglio all’interno del partito di Giorgia Meloni e frutto di veti incrociati e contrapposizioni tra i dirigenti e le diverse anime interne. Tra le sconfitte “eccellenti”, in un partita oggettivamente già definitiva c’è quella del leghista Fabrizio Turba, sottosegretario uscente che è arrivato al terzo posto dopo il “pigliatutto” Alessandro Fermi e l’ottima performance di Gigliola Spelzini.

Tornando a Fratelli d’Italia, Molinari all’inizio della campagna elettorale era accreditato come un eletto praticamente sicuro (si ipotizzava che i meloniani potessero portare a Milano due consiglieri), ma ha pagato la concorrenza interna e un appoggio trasversale a Dotti.

L’analisi

«È stato un anno pesante – spiega Molinari – prima ho dovuto fare un passo indietro rinunciando alla candidatura a sindaco di Como. Poi sono stato inserito in lista in una posizione non utile alle elezioni politiche. E ora la delusione delle regionali. Io però, nonostante tutto, da ex atleta so perdere e so vincere». Le decisioni prese da coordinatore provinciale, carica ricoperta per anni, probabilmente hanno creato più di un malumore. In un partito che al suo interno ha figure capaci di muovere tanti voti. «È vero che per esempio Lorenzo Cantaluppi, il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Como, si è molto speso per Dotti – dice ancora Molinari – e che il sindaco di Rovellasca Sergio Zauli ha fatto la stessa scelta. Come penso anche il consigliere Antonio Tufano, sebbene forse più sotto traccia. Ma sono visibili foto e messaggi sui social. Comunque è tutto lecito, si tratta di libere scelte. Non recrimino e non chiedo nulla». Zauli e Tufano sono stati esclusi dalla lista dei candidati di Fratelli d’Italia, Cantaluppi è un battitore libero con consenso in città.

Le prospettive

Molinari comunque dice di restare a disposizione del partito di Meloni. «Certo che sono soddisfatto, anche se Fratelli d’Italia rispetto alla Lega pensavo facesse meglio – spiega Molinari – hanno pesato di sicuro le tante preferenze prese da Alessandro Fermi. Quanto a me torno sicuramente a fare il coordinatore. Occorre risistemare il partito, che pur gode di ottima salute, ma che deve essere meglio strutturato, lavorando sulla classe dirigente. Contiamo ad esempio subito sull’aiuto della neo eletta Dotti per aprire finalmente una sede».

Il leghista Turba come detto è arrivato terzo. «Ma sono contentissimo per la vittoria di Fontana di cui sono stato sottosegretario – dice Turba – che ci ripaga da tutte le ingiurie e le accuse ricevute negli ultimi anni. La Lega ha fatto bene, ci davano per morti, ma abbiamo già recuperato rispetto alle politiche. Il mio risultato non è certo esaltante, è vero. Mi sono occupato poco di campagna elettorale e tanto di giunta». Nessuna rivalsa con Fermi, un ex di Forza Italia? «Sapevo avrebbe preso tantissimi voti, è una macchina da guerra – ammette Turba – è politicamente più esperto e partiva da una posizione di vantaggio. Anche Spelzini è stata molto brava a bussare casa per casa in riva al lago. Io ho dato tutto e da militante storico della Lega ci sono e ci sarò sempre».

Turba fa notare che la Lega nonostante la buona performance riesce a eleggere solo un consigliere «come Forza Italia e la civica per Fontana con il 7% e il 6% dei voti». Colpa a suo dire del meccanismo elettorale. Stessa tesi di Maria Grazia Sassi (civica Moratti): «La lista è andata bene ma per cavilli della legge elettorale regionale non ha ottenuto alcun seggio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA