Il piano è pronto da mesi, ma manca il via libera per catturare 150 cervi

Porlezza Fa discutere l’orrenda fine di un esemplare. Intanto a Grandola c’è stato l’incidente con un cinghiale. Testa: «Importante aumentare i periodi di caccia»

Martedì mattina la macabra scoperta di un cervo maschio di due anni rimasto impigliato sugli spuntoni di una recinzione privata in via Ferrovia, che nel tentativo di liberarsi si è squartato il ventre. Poco dopo, nel tratto di statale Regina all’altezza della centrale elettrica di Grandola ed Uniti si è registrato un incidente, l’ennesimo, provocato da selvaggina in strada: stavolta è stato un cinghiale ad attraversare mentre sopraggiungeva l’auto condotta da un residente; al conducente, per fortuna, è andata bene, ma il veicolo ha subito parecchi danni. Episodi per nulla nuovi, che ripropongono un fenomeno attualissimo e sulla bocca di tutti. I cervi sono troppi e, se in questa fase i danni provocati agli agricoltori sono limitati, i rischi per la viabilità si moltiplicano.

«È il periodo dell’anno in cui la densità di capi a valle raggiunge i massimi livelli – ammette il comandante della polizia provinciale, Marco Testa – Molti cervi, spinti dalla fame, scendono i per lo svernamento e, considerato il fatto che i branchi sono diventati molto nutriti, ce ne sono ovunque». Dal Galbiga, dalla Val Sanagra e dalla Pidaggia gli animali convergono verso valle in cerca di cibo, perché quel poco che c’è non può certo sfamare l’esercito attuale.

Il recinto

«Di capi che rimangono appesi a recinzioni facendo una fine orrenda ne registriamo ormai almeno una decina all’anno ed è emblematico di come l’animale selvatico si spinga sempre più nei centri abitati – osserva Testa – Sarebbe bene che i Comuni prendessero esempio da quanto fatto, per esempio, a Carlazzo, dove sono state vietate le recinzioni con spuntoni. Comunità montana e Riserva Lago di Piano hanno predisposto da tempo un piano di gestione con uno studio che prevede un prelievo di circa 150 capi in tre anni approvato da Ispra – aggiunge Testa – Non appena Regione Lombardia darà il benestare, partiremo con i prelievi, non solo nella riserva, ma anche nelle aree circostanti».

«Occorre ampliare i periodi venatori, consentendo ai cacciatori di abbattere molti più capi»

La novità è il recinto di cattura, una struttura mobile che servirà a catturare un buon numero di capi da trasferire altrove: «Sarà finanziato dalla Regione e utilizzato in più zone per catturare cervi da trasferire , sulla base di accordi già definiti con altri comprensori – afferma ancora Testa – Un’altra componente importante è la caccia: occorre ampliare i periodi venatori, consentendo ai cacciatori di abbattere molti più capi. Diversamente dal comprensorio Alpi Comasche, infatti, in quello delle Prealpi, che comprende una parte del Porlezzese, la caccia al cervo rimane chiusa fino a metà ottobre».

«Anche il prefetto si sta dimostrando sensibile alla problematica e ha già convocato le parti riconoscendo i disagi degli agricoltori e la necessità della sicurezza sulle strade – conclude Testa – Come ribadisco, non appena arriverà il benestare avvieremo il programma di prelievo su tutti i fronti».

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