«Io, miracolato a piazza Fontana
Ma non ho mai dimenticato»

Sala Comacina: ogni anno, nel giorno della strage, offre un aperitivo agli amici per lo scampato pericolo

“La vita è bella, non se lo dimentichi mai”. Hans Peter Stalder, manager svizzero con casa a Sala Comacina dal ’94, quel 12 dicembre 1969 era all’interno della Banca nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano.

La sua storia l’abbiamo raccontata in esclusiva tre anni or sono su “La Provincia”. «Mi trovavo nel salone della banca - le sue parole al nostro giornale - Non vedendo arrivare il cliente ho pensato di raggiungerlo al bar lì vicino, dove pensavo si trovasse. Il tempo di uscire, percorrere pochi metri e poi quel terribile boato che ha fatto tremare anche i marciapiedi». Ieri sera, Hans Peter Stalder, 85 anni portati con piglio deciso, ha rinnovato una sorta di rito laico che si ripete ogni 12 dicembre: il brindisi con gli amici di sempre al bar Sport Lella-Cimino di Sala Comacina.

Un brindisi - per lo scampato pericolo - dal sapore speciale in questo cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, in cui sono risuonate forti anche qui, nel cuore del lago, le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ieri a Milano ha affermato, in maniera perentoria, che “l’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca nazionale dell’Agricoltura”.

Il brindisi di sempre

Ad attendere, nel tardo pomeriggio di ieri, Hans Peter Stalder c’erano gli amici di sempre: il Cimino, il Nello, il Bej, il Soga e molti altri.

Casuale, ma non per questo meno genuino, l’incontro con un altro amico di vecchia data, il commendator Alberto Botta. «Questa sera (ieri, ndr), una volta a casa, avrò modo di guardare in tv il resoconto delle varie manifestazioni che si sono tenute oggi (ieri, ndr.) a Milano. Non è un giorno facile, per me, il 12 dicembre - sottolinea Hans Peter Stalder, benvoluto e stimato da tutti -. Da quel giorno non sono più stato a Milano e i luoghi affollati mi provocano agitazione. Che ricordo ho? Scusi, ma non ne vorrei parlare. Posso dirle che non dimenticherò mai le persone che uscivano con i vestiti a brandelli dalla porta principale. E posso dirle che ho ancora nitido il ricordo del boato e del silenzio durato qualche secondo. Direi che può bastare. Anzi, una cosa la vorrei aggiungere: il mio pensiero va costantemente ai morti, ai feriti di piazza Fontana, ma anche a chi quel tragico 12 dicembre lo porta con sé da 50 anni. Grazie per l’attenzione che mi ha riservato, ma io mi fermo qui».

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