Lago troppo basso. Ancora 6 centimetri e molti battelli rischiano di doversi fermare

Clima Il livello a 34 cm sotto lo zero e il limite è di 40: la siccità potrebbe costringere la Navigazione allo stop. «Guai con gli aliscafi, a Cernobbio, Musso e Tremezzo»

Il lago è troppo basso, primi problemi per la Navigazione. Se l’acqua scende di altri sei centimetri le imbarcazioni saranno costrette a fermarsi, le previsioni non sono confortanti. L’ultimo valore rilevato dal Consorzio dell’Adda ieri pomeriggio segnava 34,1 centimetri sotto lo zero idrometrico, un dato negativo storico. Dai 40 centimetri norme alla mano la Navigazione non può più garantire il servizio. «Già ora gli attracchi sono sempre più difficili – commenta Alessandro Acquafredda, direttore generale della Navigazione laghi – non possiamo far altro che sperare che il livello del lago regga e le condizioni climatiche cambino. Per ora escludiamo un blocco, ma qualora fosse necessario prenderemo provvedimenti».

Il deflusso è già stato ridotto e nei prossimi giorni il Consorzio intende chiudere ancor di più i rubinetti per evitare che altri metri cubi d’acqua corrano a valle. In assenza di piogge e bacini nevosi in discesa dai monti aumentano le richieste per fare ricorso ai bacini alpini come unica soluzione percorribile.

«Incominciamo ad avere dei problemi - spiega Nicola Oteri, direttore d’esercizio del lago di Como – i fondali in alcuni pontili sono già troppo bassi. Gli ormeggi non sono a livello soprattutto per alcune imbarcazioni, per esempio per gli aliscafi. Dipende dai singoli attracchi, dal moto ondoso che anno dopo anno modifica l’assetto del lago. Per ora non abbiamo difficoltà in piazza Cavour, ma sicuramente c’è una criticità a Cernobbio, dove solo due settimane fa con l’Autorità di bacino siamo intervenuti per sistemare e rifare la zona dell’attracco che resta comunque da monitorare. È così a Musso, molto probabilmente anche davanti a Villa Carlotta».

Mete molto ambite che dovessero saltare metterebbero in crisi il sistema della Navigazione. Ogni giorno sui battelli per visitare il nostro lago salgono in media 20mila turisti. Speranze? «Dipende dalla pioggia, dagli invasi e dai deflussi – dice Oteri – entro i 40 centimetri sotto allo zero idrometrico abbiamo margine, oltre no. Detto che comunque tra i 33 e i 35 centimetri mancanti si verificano ostacoli sugli alaggi. Sulla messa a secco delle barche, soprattutto come spiegato per gli aliscafi, in caso di manutenzioni e rinnovi. Insomma la situazione è certamente delicata».

Numeri bassissimi

Andando a leggere i dati relativi alla quantità d’acqua presente nel lago, senza entrare nei tecnicismi, stiamo davvero raschiando il fondo. Il Consorzio dell’Adda ha ridotto il deflusso, ieri pomeriggio stavano uscendo 135 metri cubi d’acqua al secondo rispetto ai circa 160 metri cubi usciti nei giorni precedenti. Però l’afflusso in entrata si sta spegnendo, ieri contava solo 24,8 metri cubi al secondo rispetto ai 179 del giorno precedente e ai 120 del giorno precedente ancora. La bilancia ha il segno meno. Il volume dell’invaso presente nel lago è passato in un giorno da 11,6 milioni di metri cubi d’acqua a 8,7. Mercoledì l era a 13,1 e a fine giugno a 27,6. Le manovre per limitare lo svuotamento del lago potrebbero non bastare.

«La quantità d’acqua presente negli invasi alpini aumenta - spiega Gianni Del Pero, ex presidente Consorzio Adda ed ora presidente Wwf Lombardia – di milioni di metri cubi d’acqua per lo scioglimento delle nevi. Molto di più rispetto a quanto perde il lago. Per salvare la navigazione, i pesci, l’agricoltura e gli acquedotti basterebbe che dall’alto aprissero i rubinetti».

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