Musica e qualche spinello: «Ma non era un rave party» il conduttore dell’evento si difende

Il caso Il proprietario dell’area risponde alle critiche arrivate dal sindaco: «Solo una festa, anche il rumore degli strumenti rientrava nei limiti di legge»

Il conduttore dell’Alpe di Sala, Marco Grisoni non ci sta e così dopo il weekend all’insegna del percorso enogastronomico con accompagnamento musicale bollato come “rave party”, d’intesa con gli organizzatori, respinge al mittente tutte le accuse. La sua è una disamina articolata con date, orari e numeri a corredo.

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Gli orari e i numeri

La prima sottolineatura va proprio agli orari della musica, che dopo le 2 del sabato mattina «è stata tenuta ben al di sotto dei 72 decibel in modo da rimanere a norma di legge, con musica dance, di intrattenimento e canti o cori di gruppo». L’altro dato sensibile riguarda il numero di partecipanti all’evento (in prima battuta si è parlato apertamente di 300-330 persone).

«Il numero di presenti alla festa era di circa 150 persone venerdì sera a mezzanotte e durante il pranzo del sabato si sono aggiunte circa 40 persone per un totale massimo di 190 persone», si legge nella nota redatta.

Poi con la pioggia caduta in nottata le regole d’ingaggio sono cambiate e alla visita alla stalla con mungitura delle capre i presenti erano circa 130. Perché questi numeri sono importanti? Perché la “Scia” (la “segnalazione certificata di inizio attività”) fissava in 150 il limite massimo dei partecipanti. «Ciò si evince anche dal numero di mezzi parcheggiati con meno di 50 macchine presso il parcheggio dell’Alpe di Colonno e una ventina di camper presso l’Alpe di Sala e zone limitrofe - si legge ancora nella nota - Avendo già fatto eventi simili sappiamo con certezza che l’afflusso di autoveicoli e camper per 200 persone è di circa 75-80 mezzi».

Certo è che da venerdì in poi su questo evento hanno vigilato, senza un attimo di sosta, le forze dell’ordine, su preciso input del prefetto Andrea Polichetti con il coordinamento della questura cittadina. Prefetto contattato dal sindaco Roberto Greppi che a sua volta in stretto contatto con i carabinieri di Tremezzina.

Questione di cultura

«Le autorità sono state allertate in base a falsa notizia»

E proprio al primo cittadino, Marco Grisoni ha rivolto una stoccata, rimarcando che «troviamo paradossale che il sindaco di Sala Comacina (o chi l’ha male informato) per 330 like trovati su facebook a corredo dell’evento, abbia pensato che si trattasse del numero di persone presenti all’evento”, in cui - è bene ricordarlo - si parlava di “tre giorni di musica dark psichedelica in una location spettacolare nelle Alpi italiane». Detto che - come rimarcato dal conduttore dell’Alpe di Sala - «tutti i presenti erano identificati, essendo festa privata, con nome e cognome e codice personale dato dagli organizzatori della festa», Marco Grisoni e gli stessi organizzatori ci hanno tenuto a precisare che «per diretta conseguenza (a quei 330 like notati su facebook) tutte le autorità (polizia, carabinieri forestali, finanza) sono state allertate in base a una falsa notizia. Lo ha confermato il fatto che alcune autorità sopra menzionate hanno ammesso di essersi basati su questi like presenti su facebook».

«Molte persone sono prevenute verso questo tipo di eventi»

Respingendo anche un’altra circostanza - vale a dire «i sequestri di modiche quantità di stupefacenti all’interno dell’evento» - ecco l’ultima sottolineatura: «Purtroppo sappiamo che molte persone sono prevenute nei confronti di questo tipo di eventi, ma noi pensiamo che abbiano paura dei diversi, cioè persone che per rispettare “madre terra” vanno in giro a piedi nudi o vivono mangiando frutta e minestra o si ritrovano a pregare magari insieme a uno sciamano. Il 50% delle persone presenti all’evento era così».

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