Pensionato si rompe l’omero, rimbalzato tra gli ospedali di Menaggio e Como. Quindi spedito a casa ad aspettare l’operazione

La storia Un uomo di 83 anni di Sala Comacina rimbalzato dagli ospedali dopo una frattura. E ha dovuto pagare anche il trasporto in ambulanza. L’Asst: «Difetto di comunicazione»

La vicenda del “Marcellino” - classe 1939 - potrebbe chiudersi (in parte) oggi, con il temporaneo ricovero presso una Rsa. Ma certo da qualche giorno a questa parte in poi la sua storia sta tenendo banco in paese (e non solo), soprattutto per quanto accaduto da lunedì mattina, quando il “Marcellino” (così lo chiamano tutti) dall’ospedale di Menaggio - dove era stato ricoverato sabato per la frattura dell’omero destro, a seguito di una brutta caduta fuori casa, avvenuta in mattinata - è stato trasferito al Sant’Anna «per una nuova valutazione della situazione e, in seconda battuta, per l’eventuale intervento chirurgico del caso».

Le parole sono dell’amico Sergio “Cimino” Bordoli che a “La Provincia” ha raccontato in due distinti momenti la vicenda. E il perché si è rivolto al nostro giornale il “Cimino” lo spiega con la sua consueta schiettezza: «Ho molti amici medici. Stimo questa professione. Ma non mi spiego come il “Marcellino” sia stato dimesso poche ore dopo essere stato trasferito da Menaggio a Como. È tornato a casa con una fasciatura, in attesa di essere poi chiamato per l’intervento. Vive da solo. Insieme all’età, la fasciatura ne ha limitato ulteriormente l’autonomia. Si sarebbe potuto fare diversamente. Senza dimenticare che l’ambulanza - vista anche la sua situazione - è costata dal Sant’Anna a Sala Comacina 105 euro. La mia non vuole essere un’accusa. Dico solo che non ha senso quanto accaduto. In pratica in settantadue ore è stato trasferito da Menaggio a Como e rispedito a casa. Ora, grazie all’interessamento di più persone, si è trovata una soluzione temporanea in una Rsa».

Asst Lariana: «Da una prima analisi sembrerebbe esserci stato un difetto di comunicazione tra le parti (paziente/familiari/personale)»

Abbiamo così chiesto chiarimenti all’Asst Lariana, che dopo attente verifiche attraverso l’ufficio stampa ha fatto sapere che «per capire cosa sia accaduto sono stati avviati un puntuale approfondimento ed una verifica interna. Da una prima analisi sembrerebbe esserci stato un difetto di comunicazione tra le parti (paziente/familiari/personale). Con l’occasione ricordiamo che l’Ufficio relazioni con il pubblico è in grado di fornire riscontri alle richieste avanzate dai cittadini tutelando i diritti del malato, la privacy e garantendo risposte mirate anche ai singoli casi specifici». Il segnale dall’Asst Lariana è arrivato e di questo va dato atto.

Le spiegazioni

«Ripeto, ci tenevo ad esporre l’accaduto non per accusare questa o quella struttura, ma per raccontare un caso che - a mio avviso e ad avviso di molti - si sarebbe potuto trattare diversamente - la chiosa di Sergio “Cimino” Bordoli -. Non mi spiego ancora il passaggio Menaggio, Como, casa in una manciata di ore. Per noi l’ospedale di Menaggio è un riferimento molto importante anzi insostituibile, nonostante le traversie che si sentono e si sono lette anche di recente. E in quel noi mi riferisco a tutta la zona del lago, al Porlezzese, alla Val Cavargna, alla Val d’Intelvi. Spero e mi auguro che anche questa vicenda possa aiutare a migliorare le comunicazioni tra le strutture tenendo conto anche di un pazienze con i suoi anni e con problemi di salute, già presenti, con cui fare i conti».

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