Raduno a Villa Belmonte con il “saluto romano”: «La stampa ci definisce nostalgici: orgogliosi di esserlo»

Giulino di Mezzegra Un centinaio di persone alla celebrazione nel luogo della morte di Mussolini e Petacci. «Se nostalgici significa ancora credere negli ideali della Patria, della famiglia e della nostra cultura, allora siamo orgogliosi di esserlo»

In un centinaio hanno scandito per tre volte ieri il “Presente!”, ricordando “Benito Mussolini” davanti al cancello di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra, atto conclusivo di una mattinata iniziata sul lungolago di Dongo e proseguita poi con la messa nella chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio.

I “toni bassi” chiesti dal presidente dell’Associazione culturale “Mario Nicollini”, Primo Turchetti, soprattutto dopo l’episodio della notte tra il 28 e il 29 aprile con il danneggiamento della teca con le effigi di Benito Mussolini e Claretta Petacci, hanno sicuramente sortito gli effetti sperati.

Da segnalare davanti al cancello di Villa Belmonte il ricordo di don Luigi Barindelli, scomparso a 93 anni lo scorso 21 ottobre e che dal 1984 aveva ininterrottamente celebrato la messa in suffragio di Benito Mussolini e Claretta Petacci.

«Ricordiamo con affetto don Luigi Barindelli che ogni anno nelle omelie soleva ripetere che qui sono morte due persone e non due personaggi storici - una delle frasi pronunciate davanti al cancello di Villa Belmonte all’interno di un lungo testo letto tra il silenzio generale -. La stampa continua a definirci nostalgici. Se nostalgici significa ancora credere negli ideali della Patria, della famiglia e della nostra cultura, allora siamo orgogliosi di esserlo».

Di “continuità di ideali” ha parlato anche Giampiero Castelli, componente della presidenza nazionale della Fiamma Tricolore, riaffermando il concetto che “i morti vanno lasciati in pace”. Camicie nere, due striscioni, labari e bandiere (una con il simbolo della “X Mas”) e il “Silenzio” intonato dalla tromba hanno caratterizzato anche quest’anno la domenica tra la chiesa di Sant’Abbondio e Giulino, con un cartello affisso sul cancello di Villa Belmonte a ricordare gli 80 anni “della Repubblica Sociale”.

Nell’omelia don Ferruccio Ortelli ha ricordato come «al turbamento generalmente si aggiunge altro turbamento e tante volte in questa situazione confusa che viviamo non sappiamo più come muoverci».

Il parroco di Mezzegra, Tremezzo e Griante ha poi rimarcato come «le cose del mondo sono passeggere e lo sperimentiamo tutti, mentre la fede del Signore rimane. E lui sa accoglierci con fiducia. Questo ci dà speranza. Nel cuore di Dio c’è posto per ciascuno di noi». Ingente lo spiegamento di forze di polizia, con piazza XXVIII Aprile ’45 adibita ad ospitare le auto ed i mezzi della polizia, della carabinieri e della polizia locale. Una presenza discreta, ma ben riconoscibile la loro.

Dopo il “Presente!” è arrivato il rompete le righe con appuntamento al 2024. Dato il grande flusso turistico che sta vivendo il lago, il corteo diretto verso Villa Belmonte stava per incrociare una trentina di escursionisti a passeggio lungo la Greenway, che hanno atteso il passaggio prima di riprendere il cammino. Due le corone posate davanti alla croce con la scritta “Benito Mussolini 28 aprile 1945”.

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