Riella condannato a quattro anni. Fuggì ai militari dalla finestra di casa

Gravedona Stava scontando i domiciliari Cercò di sottrarsi alla cattura. Episodio precedente alla fuga dal cimitero di Brenzio

Tra le molte vicende che hanno riguardato Massimo Riella, una precedente ai fatti per cui è diventato celebre in Italia (la fuga alla polizia penitenziaria con la scusa della visita alla tomba della madre al cimitero di Brenzio e la successiva latitanza durata mesi e conclusasi solo con l’arresto in Montenegro) parlava di un’altra fuga ai carabinieri fatta lanciandosi dalla finestra di casa a Gravedona.

Proprio questa vicenda, ieri mattina, è finita di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como, Massimo Mercaldo, e si è conclusa con la condanna a quattro anni. Riella è stato processato non solo per l’evasione di cui abbiamo riferito, con il lancio dalla finestra, ma anche per un fucile da caccia che per la polizia provinciale era illegale e per alcune contestazioni di bracconaggio.

Riella era regolarmente in aula, assistito dall’avvocato Roberta Minotti che lo segue anche per tutte le altre vicende che lo vedono coinvolto. «Il mio assistito nega che quel fucile da caccia fosse illegale e nega anche il bracconaggio – commenta al proposito il legale – .Faremo Appello contro questa decisione una volta lette le motivazioni».

I fatti per cui si è proceduto ieri, in un fascicolo che era stato seguito dal pm Simona De Salvo, erano precedenti alla clamorosa fuga dal cimitero di Brenzio. Riella si trovava ai domiciliari, proprio in seguito alle contestazioni di bracconaggio e relative al quel fucile ritenuto illegale.

Quando i carabinieri si presentarono alla sua porta per notificargli un aggravamento della misura e il successivo trasporto previsto per il carcere, il quarantanovenne cercò di sottrarsi alla cattura e per farlo scelse un modo rocambolesco, ovvero quello di lanciarsi dalla finestra. Una fuga che gli costò – anche in quella occasione – l’ipotesi di reato di evasione.

Fascicolo approdato ieri mattina in aula e che ha portato ad una condanna di 2 anni per l’evasione più altri 2 anni (quattro in totale) per gli altri reati contestati. Solo poche settimane fa, tra l’altro, Riella era già comparso in aula per un altro dei molti processi che lo vedono protagonista, quello relativo a quando era stato sorpreso nel 2020 mentre guidava una moto da trial senza però avere la patente. In quella occasione era però stato assolto. Mentre devono ancora finire davanti ad un giudice sia la presunta rapina a due anziani – che ha sempre negato – sia l’evasione clamorosa per cui è diventato celebre.

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