Riella racconta di essersi curato la ferita con rimedi naturali imparati dal padre. Il medico: «È difficile, ma possibile»

Gravedona ed Uniti Il fuggiasco ora in carcere dice di essere guarito grazie ai rimedi del padre Rovelli: «Ma tanti rischi»

È possibile curarsi una ferita d’arma da fuoco con fango ed erbe del bosco? Massimo Riella, il fuggiasco di Brenzio catturato a luglio in Montenegro e ora trasferito nel carcere di Opera, ha raccontato ai famigliari di essersi curato da sé la ferita alla spalla, di cui porta la cicatrice. Si tratterebbe della ferita provocata dai colpi di pistola che gli avrebbe esploso contro l’agente penitenziario accompagnato sul posto dal padre Domenico nel maggio scorso.

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La vicenda rimane un mistero irrisolto, ma una ferita c’è e Riella l’avrebbe fatta cicatrizzare con rimedi naturali e artigianali che gli aveva insegnato proprio il papà.

«Quando non esisteva ancora la medicina ufficiale, le cure facevano riferimento a rimedi naturali – osserva il dottor , diabetologo – . Si ricorreva a impasti contando sulle potenzialità del erbe per cercare di curare qualsiasi tipo si problema di salute, perché non c’era alternativa. I monaci, in particolare, si dedicavano alla ricerca di tali rimedi».

Nel Medioevo le erbe costituivano una delle forme principali della medicina disponibile e buona parte dello studio in merito avveniva nei monasteri. La medicina monastica ebbe le sue origini nella nuova Regola, redatta da San Benedetto da Norcia nel monastero da lui stesso fondato a Montecassino nel 529. Dedicò molta cura alla trascrizione dei codici antichi, tra cui numerose opere naturalistiche e mediche di Ippocrate, Galeno, Catone e Plinio il Vecchio.

Anche l’uso del fango o dell’argilla umida serviva a combattere i batteri che causano malattie nelle ferite. «Per un fuggiasco che si nasconde nei boschi e non può ricorrere all’aiuto della medicina, è comprensibile il ricorso a simili cure arcaiche, dai rischi, peraltro, elevatissimi – prosegue Rovelli – . Nel caso di una ferita, in particolare, mi riferisco al rischio di infezione. Come medico, insomma, eviterei in qualunque caso di curarsi in quel modo e lo sconsiglierei vivamente anche ai miei pazienti. Ma non escludo – aggiunge il medico alto lariano – che qualche conoscenza di intruglio di erbe tramandata di padre in figlio possa aver funzionato anche per far cicatrizzare la ferita del fuggiasco».

Domenico Riella, padre del fuggiasco, ha sempre praticato l’uso di cure alternative e sostiene di essersi ricostruito il fegato con rimedi naturali.

Poi ha insegnato ai figli, ancora piccoli, a sapersela cavare anche in condizioni estreme.

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