«Soldi per i rimborsi, non uno stipendio»: il direttore della Rsa respinge le accuse

Dongo Il caso dei ventimila euro che l’Ats della Montagna ha chiesto di restituire a Bogino: «È una somma forfettaria per i vantaggi procurati alla casa di riposo grazie al lavoro fatto»

Parla di “inesattezze riportate dalla stampa” il presidente della Rsa “Il giardino sul lago”, Roberto Bogino, dopo che l’Ats della Montagna, organo di controllo per conto della Regione (la casa di riposo donghese è struttura accreditata e beneficia di contributi pubblici), gli ha imposto di restituire i ventimila euro che si è fatto riconoscere, con l’approvazione del revisore dei conti Daniele Casarini, e del consiglio di amministrazione, quale gratifica per il lavoro svolto nel 2021.

Leggi anche

Segnalazione

Lo statuto della struttura diceva espressamente che presidente e consiglieri avessero dovuto svolgere il loro incarico a titolo gratuito, salvo ottenere rimborsi spese documentati; il consigliere Roberto Libera, assente in sede di votazione, aveva poi segnalato al sindaco quella che, a suo avviso, era un’anomalia e il sindaco di Dongo Giovanni Muolo ne aveva fatto partecipe l’Azienda sanitaria competente, che dopo aver compiuto un’indagine ha chiesto la restituzione di quella somma.

«Si tratta di un rimborso spese forfettariamente determinato dal sottoscritto in rapporto ai vantaggi economici procurati alla Rsa – si difende il presidente – La mia è stata una presenza quotidiana, resasi necessaria a causa della disastrosa situazione economica lasciata dal consiglio precedente. Grazie a un’assidua operosità mia e al contributo delle maestranze, è stato possibile superare tre ispezioni dell’Ats della Montagna».

Il rimborso forfettario, come riferiscono esperti in materia, è ammesso nel privato ed è riconosciuto da imprenditori ai propri dipendenti in rapporto comunque a spese di trasferta. I 20 mila euro di Bogino corrispondono invece al 10% dei risparmi che lui avrebbe assicurato alla Rsa nel corso del 2021 e, apparentemente, somigliano di più a un compenso; il diretto interessato, tra l’altro, li ha sottoposti a tassazione, mentre i rimborsi spese ne sono esenti.

Le imposte

«Non ero tenuto a farlo – spiega in proposito – ma per evitare facili contestazioni ho preferito pagarci anche le imposte. La stessa modica cifra (20 mila euro netti corrispondono a poco meno di 1.700 euro al mese) – aggiunge – a fronte di un anno di lavoro, del resto, presuppone che debba trattarsi di un rimborso e non di compenso».

Ats non ha fissato un termine per la restituzione dei soldi e Bogino, nel frattempo, ha incaricato un proprio legale di fare chiarezza: «Il consiglio di amministrazione – annuncia ancora il presidente – ha deciso, all’unanimità, di attendere la restituzione sino al chiarimento dell’equivoco».

Roberto Libera si tiene fuori dall’“unanimità” e altri consiglieri della Rsa, contattati, hanno preferito per il momento il silenzio. Si avverte, tuttavia, una situazione di tensione. La Rsa di Dongo aveva già cambiato dapprima denominazione – da “Ferriere e Fonderie di Dongo”, in relazione alla sua costituzione voluta dalla famiglia Falck, a “Il giardino sul lago” – e poi ragione sociale, diventando ente del terzo settore, e in paese non era mancata la discussione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA