«Troppi lupi in alto lago, sono pericolosi». Trenta sindaci scrivono ai ministri

Gravedona Lettera della Comunità montana dopo gli attacchi e le proteste degli allevatori. «Aumenta la preoccupazione. Necessaria una gestione più corretta, non solo la tutela assoluta»

Anche gli amministratori prendono posizione sull’emergenza lupo. Le recenti ripetute predazioni avvenute tra Alto Lario e Ceresio a ridosso degli abitati hanno spinto gli allevatori a promuovere una petizione da presentare a Regione Lombardia, e ora tutti i sindaci e il presidente della Comunità montana Valli del Lario e del Ceresio si schierano con loro: «Dopo alcuni anni di presenza di un branco di lupi nel territorio negli ultimi tempi si è registrata una preoccupante escalation di predazioni, soprattutto in Alto Lario – scrivono il presidente di Palazzo Gallio, Mauro Robba, e ben trenta sindaci del territorio ai ministri dell’ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e dell’agricoltura e foreste, Francesco Lollobrigida, agli assessori regionali competenti e al prefetto di Como – In più casi in orari diurni e a ridosso degli abitati, con il risultato di una quindicina di capi ovi-caprini sbranati e altrettanti dispersi».

Vicino alle case

«La presenza di questo superpredatore sta generando una crescente preoccupazione nella popolazione e in varie occasioni il lupo si è affacciato lungo strade di mezza costa, a poca distanza dalle persone e a ridosso di aziende agricole» si legge nella lettera appello. Ancora una volta nessuno pronuncia la parola “abbattimento”, ma le richieste sono piuttosto circostanziate: «La tematica non è di facile risoluzione – continua la lettera inviata a Roma – ma partendo dal dato assolutamente inconfutabile che ad oggi il lupo non può più essere considerato una specie in via di estinzione, riteniamo indispensabile e non più prorogabile un adeguamento normativo che ne consenta la più corretta gestione e non solo la tutela assoluta. Solo con interventi adeguati eviteremo che la presenza di questo grande predatore possa diventare un problema anche dal punto di vista della sicurezza dei cittadini».

Sicurezza a rischio

Il presidente Robba, pur non sbilanciandosi, chiarisce il concetto: «Bisogna contenere il lupo – dice – In che modo lo devono decidere Stato e Regione. Da parte nostra sentiamo il dovere di tutelare la sicurezza dei cittadini e l’attività dei pochi allevatori rimasti, già di per sé ardua. Gli importanti progetti come Life Wolp Alps, che prevedono ingenti investimenti anche di natura economica, vanno trasformati da “azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane” in “azioni a tutela della biodiversità e delle attività umane a livello di popolazione alpina”, proteggendo insomma i veri custodi delle Alpi, cioè i nostri agricoltori e allevatori».

Le lettera degli amministratori non tralascia i disagi creati da altre specie selvatiche: «L’abnorme densità di popolazione di cinghiali e cervi sta mettendo già a dura prova il comparto agricolo, con gravi danni ai pascoli, alle foraggere ed alle coltivazioni in generale, interessando pure aree protette come le riserve naturali Pian di Spagna e Lago di Piano. Le vigenti disposizioni venatorie non appaiono più in grado di contrastarne l’impatto».

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