Variante, primo intoppo inatteso: scavi fermi dopo il ritrovamento di idrocarburi

Colonno Stop alla realizzazione della galleria di svincolo, in attesa delle analisi da parte di Arpa. Bisognerà anche capire in quale cava si potrà portare questo materiale per lo smaltimento

La “fine lavori” entro cinque anni (a far data dal prossimo marzo) è confermata, ma ora il cantiere di Colonno della variante della Tremezzina deve fare i conti con un’interruzione temporanea dei lavori di scavo della galleria di svincolo, nota anche come salto di montone, che una volta ultimata diventerà il nuovo tracciato della statale sino alla fine del cantiere.

La notizia è stata ufficializzata da Anas durante il sopralluogo di domenica del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ed alla base ha il fatto che le ultime analisi sullo smarino (o materiale di scavo) prelevato dalla galleria - all’appello mancano peraltro una cinquantina di metri per abbattere l’ultimo diaframma - hanno evidenziato la presenza di idrocarburi naturali in quantità superiore ai valori consentiti. Da qui lo stop allo scavo e le analisi del caso affidate all’Arpa.

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L’imprevisto

È chiaro che si è trattato di un fattore in alcun modo prevedibile, che comunque ha rallentato i lavori di scavo, ricordando che Anas aveva annunciato la volontà di inaugurare la galleria di svincolo entro fine aprile. Al netto delle analisi del caso, il problema riguarda ora il conferimento di questa porzione di materiale, la cui classificazione cambia e con essa anche i costi dello stesso smaltimento, tenendo conto anche del fatto il novero delle cave che possono ricevere e smaltire questo tipo di smarino “contaminato” sono relativamente poche ad una distanza accettabile dal cantiere. Di sicuro Anas ha dato corso ad un’interlocuzione con l’impresa assegnataria dei lavori per valutare in tempi celeri il da farsi. Di sicuro in questa vicenda la “questione costi” è centrale, perché lo smaltimento di questo tipo di materiale comporta un esborso decisamente più elevato rispetto all’ordinario oltre al già citato problema del conferimento possibile non in tutte le cave.

Lavori sull’altro fronte

Secondo le (poche) informazioni filtrate il problema sarebbe emerso già nei primi giorni di dicembre e da lì in poi lo scavo sarebbe andato a singhiozzo sino a fermarsi completamente. Le festività natalizie e di fine anno, con le alte pile di materiale davanti all’imbocco sud, hanno fatto pensare ad uno stop temporaneo dello scavo stesso, che in realtà anche ieri non è ripreso. Si tratta - è bene rimarcarlo - del classico imprevisto, anche perché obiettivamente non è possibile sondare ogni singolo metro di smarino.

Ciò non significa che il cantiere di Colonno è fermo, perché anche ieri mattina un escavatore era al lavoro in corrispondenza del punto in cui sono ubicati gli ingressi della galleria principale e di quella di servizio, con l’obiettivo di abbassare la quota del versante. Nel contempo - lo abbiamo annunciato domenica - in settimana Anas e impresa dovrebbero anche formalizzare i primi passi del cantiere di Griante (il riferimento è al portale nord), con Anas che emetterà l’ordinanza del caso per il taglio piante. Uno dei primi passi sarà anche la verifica e l’eventuale eliminazione di possibili interferenze aeree. Anche l’illuminazione lato lago dovrà essere nel contempo rimossa.

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