Ci siamo, pronti per la caccia al cinghiale

Olgiatese Dopo mesi di polemica, pronta la “cella” di Binago che dovrà ospitare le carcasse degli ungulati uccisi. Il sindaco Pagani: «Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, ora ognuno si assuma le proprie responsabilità»

Emergenza cinghiali, finalmente è pronta la cella di deposito e conservazione delle carcasse. Tra una settimana sarà consegnata e, da quella data, entro dieci-quindici giorni sarà avviata la caccia di selezione nell’Ambito territoriale di caccia dell’Olgiatese a cura di cacciatori abilitati.

All’appello mancava l’installazione della porta della doppia cella, realizzata in uno spazio sotto l’Istituto zooprofilattico di Binago concesso dalla locale amministrazione in comodato gratuito per trent’anni e finanziata con un contributo regionale di 127mila euro.

La porta di chiusura della doppia cella, dopo essere stata consegnata in ritardo dal fornitore, era stata montata nella prima decade di settembre, salvo poi dover essere rimossa per procedere al rifacimento di un pezzo non correttamente eseguito.

La procedura

«Giovedì la porta è stata consegnata, montata e collaudata – conferma Alberto Pagani, sindaco di Binago, in prima linea dal 2017 nel sollecitare le istituzioni e nel darsi da fare per creare le condizioni per avviare campagne continuative di prelievo dei cinghiali – Il progettista e direttore lavori, architetto Arturo Zappa, entro la settimana entrante chiuderà tutte le pratiche burocratiche (ultimazione lavori e rilascio del certificato di regolare esecuzione) poi la cella sarà definitivamente operativa».

Passaggio fondamentale. Senza il portone non poteva essere emesso il certificato di regolare esecuzione dei lavori e, di conseguenza, consegnata la cella all’Atc, che ne deve necessariamente disporre per poter avere un locale, adeguato e a norma, dove stoccare le carcasse in attesa delle analisi veterinarie. «Tutto ciò che dovevamo fare lo abbiamo fatto, più di così credo che non si possa fare da parte nostra – aggiunge Pagani - Adesso ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e avviare al più presto la caccia di selezione».

Le proteste

Per sollecitare l’uscita dall’impasse, nelle scorse settimane i sindaci dell’Olgiatese avevano inviato una lettera alle principali istituzioni preposte, preoccupati per gli ingenti danni causati dai cinghiali agli agricoltori e per i sempre più frequenti incidenti. Input raccolto da Attilio Guin, presidente dell’Atc Olgiatese: «Da quando ci verrà consegnata la cella, nel giro di dieci-quindici giorni apriremo la caccia. Oltre a predisporla per l’utilizzo, convocherò i cacciatori (più di 60 hanno dato la loro disponibilità) per distribuire il materiale occorrente e fornire le istruzioni per procedere con la caccia di selezione. Abbiamo anche noi fretta di partire per dare attuazione al piano faunistico approvato da Ispra che prevede l’abbattimento, da altane fisse e mobili, di 250 cinghiali entro fine gennaio».

Attività che si andrà ad aggiungere a quella già da tempo svolta anche nell’Olgiatese da selecontrollori formati e coordinati dalla Provincia (dall’inizio dell’anno 120 abbattimenti) e, nel perimetro del Parco Pineta, da 25 selecontrollori di cui si avvale l’ente Parco oltre a un dipendente a tempo pieno (da inizio anno prelevati più di 550 capi).

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