Dolorose pagine di storia e un presente angosciante. Ecco il messaggio per il 4 Novembre: «Noi giovani contro la guerra»

Ricorrenza La celebrazione ha coinvolto il consiglio comunale dei ragazzi. Il sindaco junior: «Mettiamo da parte le nostre divergenze e l’egoismo»

Una decisa condanna della guerra e una esortazione alla pace, come valore da coltivare e preservare anche nella quotidianità.

Messaggio rilanciato con forza nel corso della cerimonia del IV Novembre, ieri al Medioevo, alla presenza delle classi terze della scuola media, del consiglio comunale dei ragazzi, di una rappresentanza del liceo Terragni, del dirigente scolastico Annamaria Bertoni, di autorità civili, militari, associazioni, del prevosto don Flavio Costa, di diversi amministratori fra cui il sindaco Simone Moretti, il vice Paola Vercellini e il consigliere Mariella Bernasconi che ha presentato la manifestazione, allietata dal coro della scuola media.

I discorsi

Di forte impatto l’inquadramento storico svolto da un gruppo di studenti del Terragni che, con precisione storica ed efficacia comunicativa, ha approfondito il ruolo degli alpini nella Prima guerra mondiale, fino alla battaglia dell’Ortigara, il calvario degli alpini.

Da quelle dolorose pagine di storia a un presente angosciante. «Oggi come allora vi sono inquietanti segnali che arrivano dal passato – ha detto il sindaco - Ecco perché la commemorazione del IV novembre rappresenta ancora di più l’occasione per ribadire con forza che la guerra è la cosa più orribile che possa accadere a un popolo. Seguendo la strada della pace, da qualche anno il IV Novembre ha assunto il significato di celebrare la cultura della pace, di cui è parte anche l’attaccamento alla patria e il dovere di difenderla da nuovi e differenti nemici».

Il sindaco junior, Alessandro Mascellani, gli ha fatto eco: «Insensato combattere durante una emergenza climatica come quella che stiamo vivendo. Faccio appello alla pace, sia per le attuali guerre nel mondo che per la nostra comunità. Chiedo di mettere da parte le nostre divergenze ed egoismo per vivere in pace, imparando a chiedere scusa, perdonare e mettersi nei panni degli altri per capirli e aiutarsi a vicenda, perché non è detto che se la tua nazione non è in guerra allora sia in pace, e non è detto che se tu sei in pace con te stesso allora lo siano tutti. Bisogna essere in pace come comunità, senza odi e invidie verso gli altri».

«Per non dimenticare»

La memoria del passato per costruire una cultura della pace. «Non dimenticare è il nostro testamento – ha affermato Alessandro Fumagalli, vice capogruppo degli alpini – Il nostro impegno per non dimenticare è collaborare con le scuole. Dal nostro 80° abbiamo istituito borse di studio per le classi quinte. Il tema di quest’anno è rivolto al 150° di fondazione del Corpo degli alpini: una storia di solidarietà, impegno e memoria. Prepara una intervista a una persona che, anche senza indossare un cappello, abbia interpretato questi valori».

Bernasconi ha concluso: «Grazie a tutte le persone che ci hanno aiutato a riflettere, condividere e suscitare sentimenti belli, autentici e forti da fare nostri e portare ovunque siamo chiamati a vivere».

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