’Ndrangheta, ad Appiano le “mangiate”: un settantenne del posto ha prestato il box dove si svolgevano le riunioni malavitose

Il processo Tre incontri per organizzarsi, ma un testimone della difesa minimizza: «Mi prendevano in giro perché faccio il cacciatore, dicevano che sparavo ai pappagalli»

’Ndrangheta, ad Appiano le “mangiate”: un settantenne del posto ha prestato il box dove si svolgevano le riunioni malavitose
Ieri si è svolta un’altra udienza del processo per ’ndrangheta

«Le armi? Ma no... scherzavamo, al massimo mi prendevano in giro perché faccio il cacciatore e dicevano che sparavo ai pappagalli».

A parlare, chiamato dalla difesa di uno degli imputati (Leo Palamara, 52 anni), è stato uno degli uomini che con lui si vedevano nel box seminterrato di Appiano Gentile dove, per l’accusa, andavano in scena le “mangiate”, quelle che la Dda definisce come «incontri e riunioni» della malavita organizzata di stampo calabrese coinvolgenti «la locale di Fino Mornasco» e in cui «venivano discusse questioni di ’ndrangheta rafforzando il vincolo tra gli associati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA