Oggi sciopero dei benzinai, ma il secondo dei due giorni di serrata potrebbe saltare

Il caso I sindacati si dividono: nuovo vertice a Roma per ridurre a 24 ore. Ieri code e in qualche caso verde esaurita. Serrata scattata alle 19: aperti solo i distributori “precettati”, pompe bianche e centri commerciali. E c’è la Svizzera

È scattata ieri sera alle 19 la serrata dei distributori di carburante per il primo (e forse unico) dei due giorni programmati di sciopero. Ieri a Roma è stato convocato un incontro in extremis dal Governo, ma i sindacati dei gestori si sono divisi (Faib Confesercenti ha deciso di ridurre da 48 a 24 ore la protesta, mentre Figisc e Fegica rimandano ogni decisione a questa mattina, quando è in programma un nuovo vertice) e quindi solo nella tarda mattinata di oggi si saprà se i carburanti torneranno disponibili dalle 19 di stasera, quindi in anticipo di 24 ore.

Ieri sera Daniela Maroni , presidente provinciale Figisc Confcommercio e vice presidente nazionale ha chiarito però che «serve concretezza perché erano già state date parole, quando avevamo sospeso lo sciopero, e poi il giorno dopo era stato pubblicato il decreto».

«Rispetto per la categoria»

Maroni chiarisce il perché della mobilitazione: «Serve rispetto per la categoria, non siamo stati noi ad aver fatto alzare i prezzi, ma sono cresciuti perché sono state tolte le agevolazioni sulle accise, noi ci limitiamo ad eseguire il prezzo consigliato. Il guadagno è di 30 euro ogni mille litri. A Como ha aderito il cento per cento degli associati, più di cento, perché non si può assistere al fango gettato sulla categoria». Insomma i gestori non ci stanno a passare per speculatori e per questo, anche se oggi si troverà l’accordo per scendere a 24 ore con lo sciopero, il clima resta comunque molto teso.

Ieri si sono registrate code soprattutto nel pomeriggio e, in qualche caso, la benzina verde è andata esaurita a causa del troppo afflusso di clienti e nonostante gli impianti si fossero riforniti.

Cosa prevede la legge

In ogni caso la legge prevede che ci siano alcuni distributori precettati e, in provincia di Como sono sei quelli individuati dalla Prefettura (Villa Guardia, Solbiate con Cagno, due a Fino Mornasco, due a Como, Erba). Restano tendenzialmente aperte le pompe bianche (possibili però eccezioni) e i centri commerciali, mentre sono chiusi gli impianti in A9 dalle 22 di ieri (Lario Est e Ovest). Per quanto riguarda le autostrade è previsto che ci debba essere un impianto attivo ogni cento chilometri e sul sito delle regioni è pubblicato (www.regioni.it) l’elenco delle turnazioni previste e, autostrada per autostrada, le stazioni aperte (su A8 e A9 Villoresi est e Brughiera ovest a Castronno).

Resta, ovviamente, anche l’opzione Ticino dove, tra l’altro, i prezzi sono tornati ad essere competitivi dopo l’eliminazione dell’agevolazione sulle accise e, quindi, con una prevedibile ripresa del pendolarismo al di là del confine. Al momento, però, del ripristino della Carta Sconto per le fasce a ridosso della frontiera non se ne parla. Per poter pensare a una riattivazione non basta che il differenziale superi i 5 centesimi al litro, ma questo dato deve scaturire dalla media ricavata dal monitoraggio di una serie di distributori nella fascia di confine, per altro già contestato in passato dagli stessi gestori, ma anche dalla politica poiché non rispecchiava la situazione reale che si trovava nei singoli territori, Como in testa.

Se però il divario dovesse mantenersi stabile è probabile che gli stessi referenti delle associazioni di categoria chiedano alla Regione Lombardia di far effettuare un monitoraggio.

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