Patteggia un anno e mezzo l’uomo alla guida del furgone coinvolto nell’incidente che costò la vita alla collega Greta Curti

Appiano Gentile Nel luglio scorso l’uscita di strada con la morte della giovane di Guanzate. Il patteggiamento con l’accusa di omicidio stradale

Si è chiusa con un patteggiamento ad un anno e mezzo di pena, con l’accusa di omicidio stradale, la vicenda penale che era nata da una tragedia enorme come tutte quelle che riguardano giovani vite spezzate. La vittima, Greta Curti, una bella ragazza di 21 anni residente a Guanzate, era morta dopo un incidente avvenuto alle 4 di mattina di una domenica del luglio scorso. Uno schianto avvenuto per le vie strette di Appiano Gentile.

L’incidente in primo momento, subito dopo lo schianto, non aveva fatto temere il peggio, tanto che la ragazza era stata soccorsa in codice giallo. Le sue condizioni si erano tuttavia aggravate lungo il trasporto in ospedale e il tentativo di intervento chirurgico effettuato al Sant’Anna non era riuscito ad evitare il dramma.

La Procura di Como, in un fascicolo che era stato coordinato dal pubblico ministero Mariano Fadda, aveva iscritto sul registro degli indagati l’uomo, 38 anni di Rozzano, che era al volante del furgone di marca Mercedes su cui si trovava anche la ragazza comasca. I due erano colleghi. L’incidente era avvenuto lungo via Pedrosi, una strada stretta che, ancorché quasi interamente dritta a parte il tratto finale, non invitava certo a correre. In prossimità dell’incrocio con via Ortelli il furgone era però andato a sbattere violentemente contro un muro.

Inizialmente, come detto, le condizioni dei due occupanti del furgone Mercedes non sembravano preoccupanti. Sia l’uomo, Donato Amabile, sia Greta, erano stati portati in ospedale con una ambulanza del 118 ma le condizioni della giovane erano poi peggiorate in modo devastante proprio nel momento il cui l’altro contuso veniva dimesso dal Sant’Anna.

Il trentottenne era così stato iscritto sul registro degli indagate e ieri, assistito dall’avvocato Annalisa Abate, è finito davanti al giudice dell’udienza preliminare Massimo Mercaldo che ne ha ratificato il patteggiamento ad un anno e mezzo dopo l’accordo raggiunto in precedenza dalla difesa con il pubblico ministero.

«Non commento e non dico nulla – ha replicato brevemente l’avvocato Abate dopo la conclusione dell’udienza – Prima di tutto deve esserci il rispetto per una giovane vittima e per la sua famiglia». La ragazza, collega di Amabile, quella maledetta notte di luglio – tra sabato e domenica – aveva appena terminato il turno al ristorante La Pinetina di Appiano Gentile, in cui lavorava come cameriera. L’incidente mortale avvenne alle quattro della mattina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA