Si ferì all’addome per vedere la moglie. Ora la condanna: due anni e tre mesi

La sentenza Un gesto “dimostrativo” costato caro a un padre di famiglia di Rebbio - Non riusciva a rassegnarsi alla fine di un matrimonio durato 18 anni con quattro figli

La storia d’amore con la moglie, dopo 18 anni di matrimonio e con quattro figli alle spalle, era finita. L’uomo, 44 anni di Como, non accettava però la fine della relazione e quella richiesta di separazione che era già stata portata avanti dall’avvocato della consorte. Il suo nome era tra l’altro già finito sul registro degli indagati della procura lariana, accusato di stalking, lesioni, minacce, ma l’episodio più eclatante avvenne sul pianerottolo di una casa di Olgiate Comasco, quando il marito – che chiedeva di poter parlare con la consorte che non era presente in casa – aveva prima minacciato di buttarsi dal secondo piano poi, brandendo un coltello a serramanico della lunghezza complessiva di 26 centimetri (con una lama di 12), si era pugnalato all’addome. L’uomo era stato portato d’urgenza al Sant’Anna, era stato operato e dimesso con una prognosi di 20 giorni.

Deve scontare ancora nove mesi e 19 giorni

Alla fine di questa triste storia, i carabinieri della Compagnia di Como avevano pure notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere che venne eseguita nel mese di maggio. Ora la vicenda – ai reati contestati si è aggiunto anche il porto dell’arma – è finita davanti al giudice delle indagini preliminari dove il marito ha rimediato una pena complessiva di 2 anni e 3 mesi che è già anche diventata definitiva. Così nelle scorse ore o carabinieri della stazione di Rebbio l’hanno raggiunto nella casa di Como dove abitava, nel popoloso quartiere cittadino, per portarlo al Bassone.

Al marito geloso rimangono ancora da scontare, tolto quello che aveva già passato tra carcere e domiciliari a casa del fratello, un anno, 9 mesi e 19 giorni. Il gip ha riconosciuto le aggravanti equivalenti alle attenuanti. Sentenza che, come detto, è delle scorse settimane.

L’episodio più noto di questa drammatica storia di cronaca risale però al mese di aprile, in quello che lo stesso quarantaquattrenne definì come un «gesto dimostrativo». Una pugnalata all’addome che si era auto-inferto perché non accettava la fine della relazione con la moglie, che dal mese di febbraio – dopo 18 anni di matrimonio – aveva chiesto al proprio avvocato di intraprendere la via per la separazione. Per questo motivo le molestie nei confronti della donna erano aumentate fino ad arrivare alla già citata ordinanza di custodia cautelare che era stata firmata dal gip Massimo Mercaldo.

L’episodio più noto risale allo scorso mese di aprile

Oltre allo stalking, la procura cittadina ha contestato al marito geloso anche ipotesi di reato di lesioni e minacce. La relazione, dopo anni difficili, era finita definitivamente nel mese di gennaio 2022, messa in difficoltà da una nuova attività lavorativa che la moglie aveva intrapreso dal mese di marzo del 2021. In realtà tuttavia problemi c’erano stati anche nei mesi e negli anni precedenti. Una improvvisa recrudescenza nei comportamenti del marito – calci e pugni alle porte, lanci di cassetti dalla finestra, vetri rotti – si era però avuta dal febbraio di quest’anno, ovvero da quando la moglie aveva dato mandato al proprio avvocato di avviare le pratiche per la separazione. Da quel momento la situazione, per la donna ma anche per i figli, si era fatta ancora più complicata fino al gesto dimostrativo e alla coltellata all’addome che l’uomo si era auto inferto.

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