Tre spacciatori messi in fuga e nel bosco spunta un machete

Colverde Blitz dello squadrone dei “Cacciatori” e dei carabinieri di Faloppio. Sequestrato un bilancino e l’occorrente per tagliare le dosi di stupefacenti

I “Cacciatori” continuano a controllare i boschi della provincia di Como.

L’apposito reparto dei carabinieri – denominato squadroni eliportati “Cacciatori” - che di solito opera nelle aree impervie e difficilmente raggiungibili di Sicilia, Calabria e Puglia, dalla scorsa settimana è giunto anche nel Comasco per volere del sottosegretario al ministero dell’Interno, il canturino Nicola Molteni.

Nel mirino è finita insomma la lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti nei boschi tradizionalmente utilizzati dai pusher magrebini, quelli soprattutto dell’area verde a ridosso tra le province di Como e di Varese.

Perlustrazioni

Il primo assaggio del nostro territorio era avvenuto la scorsa settimana, nell’ormai noto parco Pineta di Appiano Gentile, mentre nella giornata di giovedì i Cacciatori, con al fianco i militari della stazione carabinieri di Faloppio, hanno ispezionato i boschi di Colverde.

Non sono mancati i risultati, visto che almeno tre spacciatori sono stati sorpresi nel corso delle perlustrazioni e sono stati costretti ad abbandonare sul posto armi e attrezzature che sono poi state poste sotto sequestro.

In particolare, nelle mani dei militari dell’Arma sono rimasti un machete, utilizzato sia per organizzare il bivacco disboscando le aree attorno sia come arma di difesa, sia un bilancino di precisione – per il peso delle dosi da preparare – sia infine il materiale per il taglio delle sostanze stupefacenti in vendita in questa sorta di supermercato dello spaccio tra gli alberi.

L’operazione dei carabinieri della stazione di Faloppio e degli squadroni eliportati Cacciatori è avvenuta nel pomeriggio di giovedì. I controlli sono avvenuti anche nelle zone adiacenti ai punti dello spaccio.

Sentinelle

Questa di Colverde è un’area che già in passato era finita al centro di verifiche volte proprio a contrastare l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, una vendita illegale ma organizzata che può contare su sentinelle che attendono l’arrivo delle macchine dei clienti per raccogliere le ordinazioni per poi inoltrarsi tra gli alberi e portare fuori le dosi richieste.

Un modo di operare, quello appena descritto, che rende particolarmente difficile risalire ai pusher, “protetti” appunto dalle sentinelle.

Giovedì tuttavia i carabinieri sono riusciti ad introdursi nel bosco senza farsi notare, recuperando il machete e il materiale per tagliare le dosi, anche se i tre magrebini che stazionavano nel bivacco, intuita la malaparata, sono riusciti a fuggire.

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